Mio zio Gaetano

Signor Josef, nei giorni di fine ottobre, in occasione della festa dei defunti, tornato dopo tanti anni nella mia città, sono andato al cimitero a trovare mio zio Gaetano, ed avendo visto che nel loculo sopra di lui riposa un servitore dello stato in divisa, mi fa venire in mente, la storia tragicomica del mio adorato zio morto alcuni anni fa. Il mio nome è Marco e sono il nipote di un grande uomo che è morto di crepacuore. Zio Gaetano qualche mese prima di abbandonare questa valle di merda come la chiamava lui riferito al suo piccolo pezzo di campagna in riva al fiume mi ha raccontato la sua odissea e la persecuzione da parte dello stato verso un piccolo rifugio che si era costruiti in campagna. Mio zio Gaetano era un uomo che non aveva avuto fortuna nella vita, da giovane aveva lavorato per un periodo all’estero facendosi anche una famiglia, composta di moglie ed un figlio, che morì a sette anni per una brutta malattia, la stessa che poi a 60 anni fece morire anche lui. In seguito alla disgrazia del figlio e per motivi sicuramente di cultura e la fine del sentimento amoroso, mio zio si separò dalla moglie e ritornò nella sua adorata città. Non aveva un mestiere documentato da certificazioni, però sapeva fare di tutto, cameriere, cuoco, idraulico muratore, un vero tuttofare. Non avendo un lavoro fisso viveva alla giornata, raccoglieva lumache funghi, bietole etc, che poi rivendeva in giro; con due risparmi che aveva accumulato in Germania si era comprato un piccolo terreno in prossimità di un fiume, e su questi pochi metri aveva costruito una piccola casa di pietre e ricoperta con delle tegole di plastica. Non passava giorno che forestale, vigili urbani, barracelli, gli facessero visita, denunciandolo ed obbligandolo a demolire quella specie di baracca che per la legge era incompatibile. Dicevano loro, i tutori della legge, che quella costruzione era un segno di violenza alla natura. Io, dopo oltre 20 anni di assenza sono tornato da alcuni mesi nella mia città dalla Germania. Ho trovato tante cose cambiate alcune in meglio ed altre in peggio. Ho notato che il comune ha affittato, o regalato non so, il fortino dove giocavo da piccolo a dei privati, altrettanto dicasi per i bagni pubblici che si trovavano in città; in questi mesi ho visto, io che vengo veramente da un paese civile, il degrado della città: strade disastrate piene di buche, sporcizia in ogni dove, urbanistica allo stato brado con vicoli ciechi inspiegabili. Quando vedo che hanno dato licenze per costruire chioschi sulla passeggiata che veramente limitano il passaggio delle persone, affittano suolo pubblico anche dove non passa in caso di incendio o di incidente neanche un mezzo di soccorso, e poi comparo che hanno fatto morire di dispiacere e di angoscia mio zio Gaetano perché aveva a parer loro costruito un riparo, in un posto sperduto del territorio, che dava fastidio alla natura. Personalmente questo mi offende, la legge è uguale per tutti, e se mio zio non poteva per legge, nonostante tutte le attenuanti del caso, costruirsi un rifugio, lo Stato a maggior ragione dovrebbe tutelare la città ed i suoi abitanti. Ora sento anche che vorrebbero dare in concessione ad un grande albergo una gran parte degli scogli piatti, un logo dove da cinquantine di anni gli Algheresi vivono quel tratto di mare come giustamente deve essere un posto di famiglia. Io capisco che il turismo ha delle necessità ed allora il buon senso direbbe che poche decine di metri potrebbero anche essere concessi, ma, o prima o dopo gli scogli detti piatti, quelli sono sacri, la legge usucapione parla chiaro, appartengono alla cultura degli Algheresi, i turisti si tuffino a bagno. Per dirla tutta caro giornalista Josef o come cavolo ti chiami io penso che abbiamo toccato il fondo: mio zio Gaetano riposa in pace, ma sopra di lui gli hanno messo una ‘gualdia’, ma, sono sicuro che mio zio Gaetano, che se da vivo era un povero perseguitato, da morto, a parità di dignità riserverà calci nel culo per tutti. Evvai zio Gaetano: controllali tutti come loro hanno fatto con te per anni, portandoti a morire di tristezza per una misera casa in un posto sperduto.

Caro ragazzo, nipote di Gaetano, la tua lettera mi ha fatto provare sentimenti alterni, alcuni di tristezza, se non altro per la sfortunata vita di Gaetano, altri sentimenti di rabbia, si, proprio rabbia, verso una persona come te, Marco tedesco, che vieni qui dopo 20 anni di assenza a sindacare su come noi e i nostri grandi politici distribuiamo i nostri cessi e fortini, va da sè che se diamo un cesso ad una persona per farne un bar o quant’altro, quella persona è qualificata per trasformare un cesso in un sogno, perché da che mondo è mondo tutto si trasforma, niente si distrugge e tutto si cambia, questo è vangelo. La nostra politica locale è una eccellenza nel mondo, noi, Ciutadesi di origine controllata, abbiamo fra i nostri politici persone che hanno delle doti che altri non hanno. A dire il vero forse molti politici prima di entrare dote ne avevano di meno, ma poi dopo anni di lavoro, sudando le proverbiali sette camicie, qualcuno ha, con la esperienza, aumentato le sue doti e anche quelle dei figli, Noi per esempio, dico noi cittadini, siamo orgogliosi dei nostri governanti, assessori e sindaco compreso, sia del precedente che usciva tutti i giorni in giacchetta forza Italia blu mare, che è stato sostituito per volontà di quasi tutti i cittadini da un signore che, anch’egli, veste la giacchetta blu, che però lo si vede e sente di meno, che a parer di popolo pare che non riesca a mettere d’accordo tutte le anime del suo partito e degli alleati: peccato, davvero peccato, per la città che soffre un degrado che non si vedeva da tanto tempo. Tornando a tuo zio Gaetano, io penso che i vigili non si divertivano di certo a rendergli la vita difficile; ci sono delle leggi che regolano questa società, in caso contrario sarebbe il caos, probabilmente, anzi sicuramente, molte leggi vengono applicate in modo perentorio quando forse si potrebbe usare il buon senso, perché sono sotto gli occhi di tutti le ingiustizie che vengono perpetrate ai deboli, mentre chi ha conoscenze ottiene dei privilegi che fanno gridare allo scandalo. Quindi chiudo dicendoti, caro Marco, che se tuo zio al posto di un nipote misero, povero e mezza gonnella, avesse avuto un parente politico, avresti visto che in riva al fiume si sarebbe costruita una grande villa con piscina. E ancora, se tuo zio Gaetano fosse ancora vivo, potresti vederlo seduto ad aspettare in riva al fiume tutti coloro che in questa valle di merda lo hanno fatto penare.

27 Novembre 2013