Lu Machini senza confini

“Habdul harrue hasma, hascerts nustren bululum hascheiah mushuru homed kascecsec, muuysch….” questo è lo stralcio di una lunga lettera che Homar El Surime, uno sceicco di un ricchissimo paese arabo, mi scrive dopo aver letto un pezzo della mia rubrica che uno Chef de rang ciutadese, un certo JUAN LA COPAZA, che lavora in Costa Smeralda, gli ha fatto leggere. Lui pare si sia divertito molto, ha addirittura voluto dalla redazione tutte le copie arretrate dell’edizione cartacea di Alghero Eco e, dopo aversele fatte leggere, mi ha mandato una lettera personale scritta in Arabo ed Inglese per farmi i complimenti. Lo sceicco insiste affinchè io accetti un regalo da lui: mi mette a scegliere fra un cammello, un cavallo, 1000 barili di petrolio, un diamante o una delle sue mogli 4 mogli a rotazione, che mi manderebbe a domicilio settimanalmente con volo privato per una notte, per tre anni. Dopo aver visto la foto ho inizialmente optato per il cammello, pensando all’invidia che avrei suscitato in città, ma poi ho pensato: se giro in città col cammello che caga chili e chili di popò cosa può succedere? Nessuno ci farà caso – mi sono detto – poichè andrà a mischiarsi con le feci dei cani che cagano senza controllo e ovunque per la ciudad!

Poi ho visto anche la foto del cavallo e la nostalgia di Carmellana, destriero del mio adorato babbo Francesco, mi ha assalito. Successivamente ho preso in considerazione i 1000 barili d’oro nero e il mio cervello, proiettato al futuro, ha pensato che con tutto quel petrolio avrei potuto girare per Alghero per i 50 anni di vita che mi restano. Alla fine però ho preferito la carne: non essendo fatto di legno ho pensato che una sicura trombettina settimanale con una delle mogli di Homar El Surime sarebbe stata per me assai intrigante, anche perchè trattasi della certezza di non andare in bianco per problemi di cicli e ricicli. Dovete infatti sapere che gli sceicchi, avendo diverse mogli, non rischiano mai di fare nè conti nè marchesi, in quanto una donna su 4 è disponibile, sempre e ovunque. Mi vergogno un poco ad ammetterlo, ma la carne delle mogli del mio oramai amico arabo mi ha convinto ad accettare. Le foto dell’harem hanno fugato ogni dubbio: si parla di femmine di una bellezza straordinaria. Mi verrebbe voglia di fare dei paragoni con donne famose, ma le mogli dello sceicco sono donne esteticamente superiori a veline, attricine o schedine, donne copertina o troine che non hanno voglia di fare un cacchio, ma disposte a prenderne tanti.

Il primo venerdì di Agosto quindi, con volo diretto dal Baraim, è arrivato il primo carico con una bionda arab…bona. Io, premuroso, sono andato all’aeroporto non prima aver profumato la mia Peugeot dell’87 con una bella passata di arbre magique, arricchito con arbre de heucaliptus della mia tenuta sita in località Tanca Farrà. Arrivato in loco, dopo soli tre minuti è atterrato il boeing 77.777.7 con una trentina di persone fra aiuto, mogli, body girls guard, piloti e hostess. Dove le metto tutte queste persone – mi sono chiesto – se la mia casa di campagna, contando i tappeti, può ospitare solo 6 persone ?  La futura fidanzata per una sera mi ha allora ricordato che si era tutti ospiti in un grande albergo della ciutad. Io chiesi subito a Fatma (questo era il suo nome) un acconto e mi feci una bella sdrusciatina sulla scaletta dell’aereo; oramai il suo profumo da 7.000 dollari a boccetta si era amalgamato al mio Mennen riserva speciale da 3 euro al litro, e pure la dolce Fatma guardandomi negli occhi mi disse:

“Andiamo in hotel guagliò cosi me puoi ‘ngroppà come te pare”
.

Arrivati in albergo, giusto il tempo di una ciucciata di Don Perignon del ’69, anno di nascita dello sceicco, sotto il vigile sguardo di 4 body girls, mi gustai con eccellenza le carni della bella Fatma decimetro x decimetro, perchè come si sa noi giornalisti porristi abbiamo la lingua lunga, e a quanto pare anche lei gradì. Per non annoiarvi vi dirò che la feci ululare di gioia per almeno 7 volte e altrettante volte con moderazione ululai anche io me medesimo.Ma quando Fatma oramai estasiata si addormentò ebbra ed appagata, io, sentendo ancora una leggera punta di desiderio, puntai le quattro body girls che essendo in servizio, acconsentirono a farsi fare il servizietto sotto banco.

La mattina presto, alle 14, Fatma la moglie favorita di Homar el Surime mi disse di aver trascorso una delle sere, porrosamente parlando, più belle della sua vita, e si offrì per una ultima cinquina, che andò in porto alla grande con gemiti che fecero pensare ai molti ospiti della sala ristorante attigua che stesse per nascere un bimbo. Dopo che mi definì ‘amante ideale’, le chiesi perchè non rimanesse con me che le assicuravo tre ambi, tre terni ed una cinquina settimanale e lei mi chiese:

“Quanto guadagni al mese?

Io tutto orgoglioso le dissi che potevo arrivare anche a 1700 euro al mese più i buoni pasto che ci avebbero permesso di mangiare ben 8 pizze in 30 giorni, ma lei mi stroncò dicendo: “Caro amico, a cà nisciuno è scemo”, e da lì capii, con la frase spontanea “Torna a Surriento” che era di Sorrento.

Accompagnai la dolce Fatma e le sue splendide body girls al terminal e dopo un frettoloso saluto tornai alla mia vita fatta di cose semplici, aspettando con ansia il prossimo carico che il mio oramai amico di sangue, considerato che ci abbiamo ciulato la stessa moglie, mi manderà per il prosimo venerdì e che mi permetterà, scioperi trasporto aereo permettendo, di ampliare ulteriormente le mie conoscenze.

27 Febbraio 2013