“Le missioni all’estero sono investimenti. Restare in Afghanistan anche a costo della vita”

Non mancheranno certamente le polemiche dopo l’ultima intervista di Mario Mauro al Corriere della Sera. Il ministro della Difesa, infatti, parla delle missioni militari all’estero, non risparmiando considerazioni discutibili sul senso stesso dell’intervento delle nostre forze di difesa, anche (soprattutto) in Afghanistan. Per Mauro prima di tutto non bisogna agitare la leva dello “spreco di denaro pubblico”, perché “nelle nostre missioni usiamo il denaro per stabilizzare e mettere in sicurezza, e questo è un bene per il nostro Paese. L’Italia ne ha un beneficio diretto. Non sono solo spese, sono investimenti”.

Del resto, continua il ministro, “si tratta di processi lunghi. Siamo in Bosnia da 20 anni, in Kosovo da 15 e da 34 anni in Libano. Ma stabilizzare i conflitti ha un impatto positivo concreto sul nostro Paese. Si veda il caso della lotta contro la pirateria che ha un’incidenza diretta sulla sicurezza della navigazione nel Mediterraneo, attraverso cui passa il 20% di tutto il commercio via nave del mondo nonostante il Mare Nostrum costituisca solo l’1% delle acque del pianeta”. Sull’Afghanistan poi Mauro è netto: “Il nostro Paese e la nostra opinione pubblica devono sapere che vale la pena stare lì anche a costo della vita. Alla fine del 2014 terminerà la missione Isaf, che è stata una missione di combattimento contro il terrorismo. Ma 59 Paesi proseguiranno la loro presenza con un altro tipo di missione, Resolute Support, per addestrare e assistere le forze di sicurezza afghane ad adempiere ai compiti assegnati dalla loro Costituzione”. E questa, per Mauro, è un’altra ragione per la quale il Governo Letta deve continuare il suo percorso.

Tratto da www.fanpage.it ©

21 Agosto 2013