La speranza di sconfiggere la talassemia

Era volato in America per dare concretezza alla sola speranza che aveva. La talassemia lo aveva ormai trasformato.Aspettava quel trapianto da più di un anno. E quando ha saputo che il suo appello era stato accettato è partito immediatamente. Ha voluto fare questo grande tentativo. All’interno del suo midollo sono state inserite milioni di cellule staminali modificate. Le stesse che gli erano state prelevate l’aprile scorso e poi alterate in laboratorio: via il gene cattivo, al suo posto uno sano. Purtroppo per capire se questo trapianto ha avuto successo e se questo gene permetterà alle cellule sane di riprodursi senza il gene malato ci vorrà almeno un anno. Fin’ora Ivano è andato avanti con le trasfusioni di emoglobina. Ma con questo intervento la speranza è che ne possa fare a meno. Ivano la chiama “la sua nuova vita”.

La data è il giorno del trapianto di cellule: l’aspettava da tempo.Questo ragazzo sardo coraggioso ha sempre ammesso di avere avuto grande forza ma anche grande sostegno da parte di tutti e dice: «In questo mese di ospedale, ho ricevuto centinaia di messaggi, da amici, conoscenti, ma soprattutto da mamme e nonne di bambini affetti dal mio stesso problema, interessate a sapere di più su questa nuova cura. Ci sono stati anche talassemici adulti che mi hanno scritto di aver iniziato a curarsi meglio dopo aver appreso della mia storia, perché si è riaccesa in loro la speranza. Sono felice di aver reso pubblica questa mia esperienza». Ivano non ha mai mollato nonostante la chemioterapia, nonostante le sue piastrine avessero smesso di funzionare, nonostante il suo corpo gli stava dicendo praticamente che non poteva più funzionare cosi.

Ha governato una situazione psicologica e fisica durissima, facendosi scudo con l’amore che riceveva dagli altri e con la sua enorme voglia di vivere. Tra sei mesi, Ivano Argiolas tornerà negli Stati Uniti per controlli, ma nel frattempo non vede l’ora di cominciare a vivere questa nuova vita. Ancora il traguardo è lontano, il periodo della riabilitazione e della guarigione sarà molto lungo, ma non importa quanto. L’idea di ritornare a vivere, è fonadamentale per sconfiggere la malattia

3 Settembre 2013