“La politica dei “Capodanni di Sardegna”: un’occasione sprecata e l’incognita Alghero”
L'opinione di Andrea Delogu, segretario cittadino di Forza Italia

La Regione, a guida Todde/Cuccureddu, così come l’anno scorso, ha stanziato 3 milioni di euro per finanziare i capodanni nelle città e nei paesi sardi scatenando una vera e propria gara a chi riesce a “firmare” l’artista più “Cool” del momento, il cui unico risultato è quello di far lievitare i cachet degli artisti. L’idea della regione a trazione cinque stelle è quella di creare un nuovo brand, Il capodanno di Sardegna (che sia un brand di cui si fregiava, a ragione Alghero, parleremo dopo) ma anziché assumerne la regia e porre in essere le condizioni perché il pubblico, e soprattutto gli ospiti non sardi, possano godere di questi spettacoli, demanda tutto ai singoli comuni, col solo risultato che la promozione non è ancora realmente iniziata e che si tradurrà non in un prodotto unitario ma un tutti contro tutti, con il solo, magro risultato, che le varie città si porteranno via ognuna una piccola fetta di pubblico, a costi estremamente elevati (visto che il 50% dovrà essere finanziato con denaro dell’ente locale ) e senza un reale ritorno, non solo in termini di promozione e di immagine ma anche di indotto economico.
La Città metropolitana di Sassari, di recente costituzione per l’amor del vero, ospiterà tre “capodanni” la notte del 31 dicembre, Sassari, Alghero e Castelsardo, nel raggio di nemmeno 100 chilometri, tre città che, plasticamente, cercheranno di “rubarsi”, a caro prezzo, qualche centinaio di persone per potersi fregiare del titolo di capodanno del nord ovest. Eppure, anche in questo caso, una cabina di regia avrebbe sicuramente contributo non solo a razionalizzare le risorse economiche ma anche a creare un vero prodotto turistico, con artisti adatti ad attrarre divere fasce di pubblico, nei tre giorni 30, 31 e 1, con un percorso culturale nel quale ogni città avrebbe proposto un grande nome, in giorni diversi dedicandosi invece negli altri due a proposte mirate e di qualità volte, perché no a valorizzare artisti locali. Una promozione unica della tre giorni e del territorio avrebbe sicuramente attratto non solo un turismo interno ma anche, (trasporti permettendo) di avere, come ad Alghero nel capodanno 2023/2024, un turismo di cultori della musica. Ed invece niente, tutto lasciato all’improvvisazione
Ed Alghero? Alghero, la città che trent’ anni fa ha inventato il capodanno in piazza, e che a ragione si fregiava del nome di capodanno di Sardegna, che appena due anni era su tutti i tg nazionali per la sua offerta cultural musicale, spalmata su tre giorni, al fine di accontentare le diverse fasce di pubblico, oggi è al palo, in attesa ancora che scadano i termini per ricevere proposte dalle agenzie (i termini son scaduti oggi 23 ottobre SIC!,) Le visioni completamente differenti all’interno della maggioranza su che impronta dare al capodanno, avranno un’unica conseguenza, ossia che il ruolo di regina del capodanno, già purtroppo messo in discussione lo scorso anno, sarà definitivamente compromesso ed il lavoro di anni e anni andrà completamente perduto.
Si aveva un’idea di cambiare il format del capodanno? Poteva anche essere una via da seguire, ma, se così si fosse deciso, occorreva comunicarlo perlomeno tre mesi fa, anziché invece lasciare tutto all’improvvisazione, alle beghe fra consiglieri e al caso
E’ tardi? Si oramai è tardissimo e la città di Alghero non può permettersi tutto questo ma speriamo che, last minute il sindaco dia un colpo di reni dando direttive immediate che consentano di salvare il salvabile e non compromettere interamente il lavoro di anni, sarebbe un danno enorme anche per il tessuto economico della nostra citta.