Ittiri, minaccia il tabaccaio con una pistola: arrestato
Fermato dai Carabinieri dopo un alterco per un bancomat non funzionante. In casa nascondeva un arsenale di armi clandestine modificate.

Un alterco per un mancato pagamento in una tabaccheria si è trasformato in una grave minaccia a mano armata, culminando nell’arresto in flagranza di un uomo e nella scoperta di un vero e proprio arsenale clandestino.
L’episodio è avvenuto nel pomeriggio di sabato 18 ottobre 2025, in una tabaccheria di Ittiri. Un uomo, dopo non essere riuscito a saldare il conto con il bancomat, ha accusato il proprietario di averlo ingannato. Dalle parole si è passati ai fatti: l’uomo ha estratto una pistola, appoggiandola sul bancone e minacciando di morte il commerciante. Subito dopo, si è dileguato a bordo della sua auto.
Il commerciante ha immediatamente allertato il Numero di emergenza 112. I Carabinieri della Stazione di Olmedo, supportati dai colleghi di Ittiri e della Compagnia di Alghero, sono intervenuti prontamente. Grazie all’analisi dei filmati di videosorveglianza e alle testimonianze raccolte, i militari dell’Arma sono riusciti a identificare e intercettare rapidamente l’autore del gesto nei pressi della sua abitazione.
La successiva perquisizione personale, veicolare e domiciliare ha svelato il possesso illegale di armi. I Carabinieri hanno sequestrato 1465 cartucce di vario calibro, 12 coltelli a serramanico e, soprattutto, tre pistole a salve, prive di matricola e tappo rosso, che erano state abilmente modificate e rese idonee allo sparo con munizionamento cal.7,65 e cal.22. Una di queste è stata riconosciuta come l’arma usata per minacciare il tabaccaio.
Durante l’operazione, sono state ritirate anche tre pistole e due carabine ad aria compressa, legalmente detenute dall’uomo in quanto titolare di porto d’armi.
L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato per detenzione e porto abusivo di armi clandestine e minaccia aggravata. Su disposizione della Procura della Repubblica di Sassari, che coordina le indagini, è stato trasferito presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.