Ingegnere si impicca a Castro: “Berlusconi pensa tu alla mia famiglia”

Nei propri confronti, l’accusa di non essere stato un buon professionista e di non avere saputo provvedere alla famiglia. Quindi, la richiesta all’ex premier Silvio Berlusconi di prendersi cura della moglie e dei figli per la mancanza di fiducia che ripone nello Stato. Tutto scritto in una lettera. Prima che lui, un ingegnere 44enne, padre di una bimba di 5 anni e con la moglie incinta, si impiccasse nella propria casa a Castro, nel Salento. A trovare il corpo senza vita è stata la sorella, che abita nella stessa palazzina. La donna era stata chiamata dalla moglie dell’uomo, che dopo essere uscita con la figlia piccola per sbrigare delle commissioni, rientrando nell’abitazione in mattinata, aveva trovato la porta sbarrata e chiesto, così, aiuto alla cognata.

Quando la donna è riuscita ad entrare, ha trovato il cadavere del fratello per terra, vicino alla rampa di scale, con una corda attorno al collo. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Spongano, di Tricase e i sanitari del 118, che non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo. Secondo quanto scrivono le agenzie di stampa, la vittima era molto conosciuta a Castro: non risulta, però, fosse un attivista politico del Pdl ma era noto fosse un gran sostenitore di Berlusconi.

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29 Maggio 2013