Incinta al nono mese, fermata dai vigili e lasciata da sola per strada

La disavventura di Miriana, 29 anni, appiedata dai vigili urbani che le hanno sequestrato l'auto per un fermo amministrativo lungo la strada per Ivrea. "Piangevo sola in mezzo alla strada. Mi hanno detto: prenda un taxi per tornare a casa".

“La sua auto è in stato di fermo amministrativo, dobbiamo sequestrarla. Prenda un taxi, noi non sappiamo cosa farci”. Sono le parole che Miriana Pelliccia, 29 anni, si sarebbe sentita dire dai vigili che l’hanno fermata per strada per colpa dei bolli della vettura non pagati. Una brutta disavventura non tanto per il fatto che non sapeva nulla delle problematiche legate alla vettura, dal momento che non è neanche sua ma dalle madre. Ma piuttosto per il fatto che è incinta al nono mese di gravidanza. “Stavo tornando a casa. Abito vicino ad Ivrea, ad Alice Superiore. In largo Giachino mi si avvicina una macchina, due agenti in borghese. Mi fermano. Ero stupita, non capivo il motivo. Si avvicinano, mi chiedono i documenti e poi mi dicono che l’auto è in fermo amministrativo. Me la devono sequestrare”, ha raccontato in un’intervista a Repubblica. La donna spiega ai vigili che la macchina non è sua. C’è però un problema: qualcosa come 2 mila euro di debiti. “Chiamo mia suocera, chiamo il mio compagno, nessuno ne sa nulla. Non abbiamo mai ricevuto una comunicazione, un avviso”.

Appiedata dai vigili: “Piangevo sola in mezzo alla strada”. A quel punto gli agenti le spiegano che devono portare via la auto. Si accorgono però che la ragazza è incinta. In qualche modo deve tornare a casa, che dista 60 chilometri. “Mi dicono che non possono fare nulla – racconta Miriana -. Che loro devono sequestrare la macchina. Punto. Non un minimo di umanità. Anzi. Si mettono a fare i verbali del caso. Va bene, è giusto, ma io non so cosa fare. Scoppio a piangere. Sono disperata. Provo a passare loro al telefono il mio compagno, anche a lui dicono che non sanno cosa farci. E ribadiscono, con una battuta, ‘Può prendersi un taxi’”. La donna riconosce che i vigili hanno fatto il loro lavoro, ma almeno “si poteva trovare una soluzione, evitando di lasciarmi in mezzo ad una strada al nono mese di gravidanza. Potevano permettermi di arrivare fino a casa con la macchina e poi venivano a prenderla con il carro attrezzi, oppure potevano mettersi d’accordo con i colleghi di Ivrea”. La donna è stata quindi costretta ad attendere l’arrivo del carro attrezzi. Poi, appena ha potuto, si è recata all’ospedale per un controllo, visto lo stress accumulato. Ora sta decidendo se denunciare o meno il Comune o la polizia municipale per quello che è successo. “Deciderò nei prossimi giorni. Non vorrei che succeda ad altre persone in difficoltà quello che è successo a me”.

Tratto da www.fanpage.it

B.C., 18 Giugno 2014