Il valore del voto secondo Sel
“Un voto può determinare le sorte di un intero paese e qualche volta anche determinare la politica internazionale per anni. George W. Bush nel 2001 riuscì a vincere le elezioni alla Presidenza degli Stati Uniti grazie a 327 voti in più nello stato della Florida. L’incognita politica fu rappresentata da quel 2,7% del candidato ambientalista Nader, i cui voti contrari alla destra di Bush non confluirono neppure al democratico Al Gore così che quel voto libero e consapevole al candidato ambientalista lasciò la porta aperta a due mandati repubblicani.
Un’altra scelta avrebbe potuto evitare la guerra in Iraq? Nel periodo dal 2001-2009 i petrolieri texani imposero liberamente i propri interessi al mondo: avrebbero potuto i voti del candidato Nader cambiare il corso della storia? Rispondere affermativamente o negativamente a questo quesito sicuramente ci porta sul piano della fantapolitica, significherebbe caricare di una responsabilità troppo pesante i “pochi” elettori del candidato ambientalista. Dove è scritto che i voti dati a Nader sarebbero andati automaticamente al candidato democratico? I voti non appartengono ai candidati, il voto è l’unica e potente arma che ancora rimane in mano agli elettori e i candidati devono guadagnarsi la loro fiducia elezione per elezione.
Al Gore non fu capace di convincere quella fascia di elettorato sul fatto che la sua proposta politica era quella necessaria per fermare la destra “petrolifera” di Bush. Il candidato ambientalista Nader, all’interno di un sistema elettorale bipolare, fu incapace di attuare un “accordo pre-elettorale” con i democratici così il singolo elettore con la sua scelta lasciò la strada libera a una politica che andava esattamente nella direzione opposta hai suoi interessi.
Politicamente sbagliarono tutti e tre, visto il risultato finale.
In democrazia tutti i voti sono utili.
Rappresentano ideologie e interessi concreti che hanno tutto il diritto di esprimersi politicamente. Ciò che non rende sempre vero questo è dato dalla legge elettorale che “regolamenta” il voto. Attualmente il sistema elettorale italiano va a minare il principio democratico “una persona, un voto” ed il bel nome di “porcellum” la dice lunga sul suo “indice di qualità”. Il premio di maggioranza alla coalizione vincente fa si che non tutti voti siano uguali. Ci sono voti che hanno un peso politico maggiore che altri, ci sono voti che apportano più rappresentanti alle camere e conseguentemente hanno un valore superiore. È una distorsione di un sistema elettorale pensato per costringere l’elettorato verso un sistema bipolare.
La realtà è che sono le coalizioni che si confrontano, non i singoli partiti.
Sarà la somma dei voti dei partiti in alleanza che farà scattare il premio di maggioranza, sia per la Camera che per il Senato. La coalizione che avrà più voti a livello nazionale avrà il premio di maggioranza alla Camera. Ma per vincere anche al Senato sarà necessario che in ogni regione la nostra coalizione prevalga. Per questo il voto a Sinistra Ecologia e Libertà (SEL) è un voto alla Coalizione di Centrosinistra oltre che un voto per rafforzare la sinistra e riportarla in Parlamento e al Governo.
Alle elezioni politiche del 14 aprile 2008 la Sinistra l’Arcobaleno, sia alla Camera che al Senato, non superò le soglie di sbarramento non eleggendo dunque alcun deputato o senatore. Fortemente penalizzata dal bipolarismo elettorale e mediatico una parte della sinistra italiana rimase fuori delle Camere nel momento più incisivo del neoliberismo selvaggio nella sua versione berlusconiana e successivamente montiana.
Oggi siamo in grado di garantire che la Sinistra ci sarà: le donne e gli uomini di SEL si impegnano per questo. Ogni voto a SEL avrà un forte valore aggiunto, favorirà una più massiccia presenza della Sinistra nelle Camere e al Governo e permetterà di chiudere il ventennio berlusconiano aprendo una nuova stagione di cambiamenti che siano favorevoli ai ceti sociali più deboli”.