Il Porto di Alghero tra, sviluppo e chiacchiere

L'opinione di Vittorio Guillot

Sento un certo starnazzare per il fatto che l’amministrazione comunale ha deciso di non far più parte del consorzio del porto. Perché stupirsi? Forse che alle amministrazioni civiche è mai importata qual cosa del porto? Sapete che qualcuno ad Alghero, fin da 9 anni fa, era informato che un affarista miliardario, nato in Albania, con passaporto U.S.A., residente a Montecarlo e con grossi interessi in Italia era molto ben intenzionato a ottenere la concessione dell’intero porto di Alghero, facendo fuori tutti i concessionari esistenti? Quell’affarista avrebbe avuto ottime possibilità di riuscita perché aveva un progetto di riqualificazione e di utilizzo di questo porto nettamente superiore a quello attuato dalla miriade di concessionari, l’un contro l’altro armati, nonché da quell’aborto che ci si ostina a chiamare Consorzio. In altre parole aveva ottimi argomenti amministrativi per ottenere la concessione del porto allo scadere delle concessioni in vigore o, addirittura, per chiederne la revoca.

Preciso che l’affarista era assistito da ottimi avvocati di grande livello nazionale e godeva di importanti appoggi sia a destra che a sinistra. Rinunciò all’ultimo momento perchè trovò un modo più comodo per investire i suoi quattrini. Era semplicemente successo che si fosse verificato il fallimento di una società che gestiva un porto turistico situato in un località piuttosto vicina alla sua residenza. Così, non essendoci altri concorrenti, chiese la concessione di quel porto e la ottenne senza dover aspettare la scadenza di nessuna concessione né dover avviare contenziosi legali di alcun genere. Questo fatterello era conosciuto dai nostri politicanti fin da allora. Nessuno, però, ad Alghero , ha cercato di creare una entità solida e compatta per amministrare unitariamente questo porto e farne una struttura all’altezza della sue potenzialità e tale da contrastare validamente eventuali appetiti forestieri.

Eppure non è un mistero per nessuno che una “marina” grande come la nostra, che fa parte del centro storico, situata al centro del Mediterraneo e con un aereoporto a 10 minuti d’auto facesse gola a molti. Perché in nove anni, non si è costituita una società mista tra comune e privati che desse veramente forza alla nostra marineria coordinando le attività degli operatori portuali, creando delle sinergie , razionalizzando e fornendo una infinità di servizi pubblici che ogni decente porto turistico deve offrire ? Chiacchiere si, ne sono state fatte anche troppe, ma i fatti dove sono? Perchè nessuno si è mosso? Evidentemente non è fregato niente a nessuno dello sviluppo del porto e della tutela di un bene pubblico di quella importanza e per la cui costruzione sono stati spesi miliardi pubblici.

Il porto è stato preso in considerazione dai politici solo per curare i loro interessi clientelari, senza nessuna visione di utilizzo efficace e razionale. Non mi meraviglio che continuino a disinteressarsene. Noi algheresi, purtroppo, siamo fatti così e siamo incapaci di avere una visione di insieme che sappia anche solo concepire la crescita della città, (in questo caso attraverso il suo porto) e, nello stesso tempo, di ciascuno di noi. Verrà qualcuno da fuori che diventerà padrone del porto? Può darsi. Che volete che dica: grattiamoci la rogna che ci siamo voluta. Piuttosto non piangiamoci addosso e, se qualcuno si impossesserà di questo bene non parliamo, per carità, di colonialismo e di rapina perché saremmo stati noi a offrirglielo su un piatto d’argento.

Vittorio Guillot, 10 Aprile 2015