Il fallimento dell’operazione mare nostrum e gli aiuti al Terzo Mondo

L'opinione di Vittorio Guillot

Recentemente ho letto che 35 algerini, arrivati in aereo all’aeroporto di Fiumicino, (badate bene, fra l’altro l’aeroporto di Fiumicino, non quello di Pesca la Mazza!) si siano immediatamente resi irreperibili prima ancora di passare i controlli doganali e di polizia. Il fatto, enormemente preoccupante, mostra in tutta la sua evidenza che l’operazione non può essere stata improvvisata ma che è stata possibile perché una accuratissima organizzazione ha curato il reclutamento, la selezione, l’istruzione, l’addestramento, la partenza, l’arrivo, l’occultamento, la protezione e la dispersione di quei 35. Credete, voi persone intelligenti che leggete, che costoro siano stati indirizzati verso attività lecite? Io no, non lo credo! Io credo, d’atra parte, che attraverso l’Italia si sta effettuando una invasione a cui l’operazione Mare Nostrum dà un corposo contributo.

Quella operazione, infatti, è un fallimento perché favorisce le mafie e gli scafisti che trasportano i clandestini, perché costa 300 mila euro al giorno allo Stato (esclusi i costi dei centri di prima accoglienza) , perché ha fatto aumentare vertiginosamente il numero dei fuggiaschi, che hanno raggiunto le 100.000 unità , perché col loro numero è aumentato di dieci volte quello dei a morti in mare, perché ha portato a 60.000 il numero dei clandestini non identificati ,la maggior parte dei quali si disperde senza controllo sul territorio. E’ facile pensare che costoro siano diventati ” una risorsa”, come dice la Boldrini, ma per la delinquenza e per il lavoro nero.

Non sarebbe stato meglio che l’Italia avesse chiesto a gran voce che il problema dei fuggiaschi fosse governato dalle agenzie dell’ONU istituite e pagate per la tutela dei rifugiati, anche con nostri sostanziosissimi contributi? Non sarebbe stato molto meglio che, con la protezione dei caschi blu, l’identificazione e selezione di costoro avvenisse nei territori in cui si imbarcano? Non sarebbe stato meglio che coloro che fuggono da guerre e persecuzioni fossero suddivisi e inviati nei Paesi del mondo che possono accoglierli? Piuttosto che gettare a mare quotidianamente una montagna di soldi, non sarebbe meglio spendere quelle cifre per combattere l’epidemia di ebola in Africa, per costruire ospedali, scuole, dighe, pozzi, impianti di irrigazione, per istruire medici, infermieri, insegnanti e tecnici, insomma per contribuire allo sviluppo, alla sanità e alla sicurezza dei loro Paesi di origine piuttosto anziché per Mare Nostrum?

Vittorio Guillot, 7 Ottobre 2014