“Grave errore nell’etichettatura della farina a marchio Parco”

L'opinione di Tonina Desogos, Presidente Comitato di Borgata di Maristella

Persino una buona idea, come quella della produzione di grano da trasformare in farina e pane algherese, può essere vanificata, almeno in parte, nella (voluta?) imprecisione dei messaggi che il Parco trasmette al pubblico. Ci riferiamo all’etichetta che sa circolando sui social relativa alla farina frutto prezioso del grano prodotto non nel territorio del Parco bensì nell’area contigua al Parco stesso. Pare una banalità ma così non è e occorre essere chiari: il Parco di Porto Conte, istituito con legge regionale n. 4 del 26 febbraio 1999, all’art. 2 punto 2, è specificato chiaramente che: “Nella delimitazione provvisoria del territorio del Parco non sono comprese le borgate, le aree appoderate o comunque utilizzate per usi agricoli.” Negli ultimi tempi pare di moda la parola referendum: vogliamo provare a farlo tra gli abitanti delle borgate, zone appoderate o comunque utilizzate per usi agricoli per capire chi sia interessato o meno all’ingresso nel Parco? Forse si eviterà di rifare le etichette oppure si metterà per sempre la parola fine alle ambizioni espansionistiche di un Parco per il quale abbiamo già nel cassetto centinaia di firme contrarie. Il parere dei portatori di interesse non può essere ignorato. Forse si riusciranno a evitare anche i parcheggi a pagamento alle Bombarde, l’ingresso a pagamento per chi desidera raggiungere Capo Caccia e altri balzelli che paiono previsti non per la riqualificazione delle comunità rurali delle borgate ma per sostenere una struttura Parco che potrebbe benissimo essere sostituita da una cabina di regia comunale senza tanti fronzoli.  I politici che hanno in mente l’espansione del perimetro del Parco lo dicano chiaramente prima delle prossime elezioni comunali perché si tratta di un punto fondamentale che deve essere chiarito subito.

Tonina Desogos , 10 Dicembre 2018