File di camion da Alghero:la Misericordia mette in moto la gara di solidarietà

Il dramma dell’alluvione, se ne parla ancora, ma vogliamo andare al di la delle polemiche e concentrarci solamente sulla solidarietà dei sardi. I ragazzi che dopo la scuola si recavano nelle palestre a ripulire dai detriti e sgomberare dal fango la loro scuola; gruppi di volontari che si sono mossi da tutta l’isola per mettersi a disposizione della protezione civile e occuparsi come in una catena di montaggio, ognuno di un ingranaggio, ognuno con un compito specifico. Un’organizzazione continua, precisa, silente e laboriosa, tante piccole formichine che non hanno smesso un attimo di lavorare. Da Alghero domenica, tramite la Misericordia sono partiti con 6 mezzi, camion e furgoni pieni, stracarichi di cibo, abbigliamento, beni di prima necessità, con un occhio particolare rivolto ai neonati. E dunque sul campo, l’organizzazione messa in atto da Cristian Mulas e Agostino Sabiu, ha funzionato alla grande. Una fila di 40 metri ha attraversato la Sardegna da oriente a occidente, e una volta entrati ad Olbia sono stati scortati dalla protezione civile che li ha guidati nella zona industriale dove hanno scaricato tutto il materiale in un magazzino. 1500 bottiglie d’acqua, 400 chili di pasta,300 chili di pelati, 100 litri di olio, 350 litri latte, 50 chili zucchero, 30 confezioni di caffè, tonno e carne in scatola a volontà, 10 scatole di biscotti, 250 omogeneizzati, 200 coperte, 100 seggiolini per bambini, 20 cullette, e poi abbigliamento,la maggior parte indumenti nuovi. Gara di solidarietà, che non vogliamo pubblicizzare per darci delle arie, ma si tratta di un grande movimento di forze economiche e mezzi,oltre che di cuori, messe insieme dalla misericordia. Cittadini in prima linea, bisogna sottolinearlo, ognuno ha fatto spesa per i concittadini olbiesi, ha fatto ciò che poteva. E poi, con una mano sul cuore e l’altra sul portafoglio anche i supermercati cittadini non ci hanno pensato due volte, nonostante non sia certo un periodo propizio. Arrivati ad Olbia e scaricato tutto il materiale i 17 ragazzi algheresi si sono rimboccati le maniche e hanno aiutato dove potevano. Organizzati con la protezione civile, nonostante il grosso del fanghiglia e dei detriti fossero stati già rimossi, bisognava pulire e rendere le case abitabili. Di concerto anche con la regione, si sono coordinati sul territorio, cercando di sopperire alle mancanze più urgenti. Innegabile il clima quasi surreale che ha contagiato tutti. Comprensibile il disagio, ma ciò che rimarrà più impresso nelle menti di chi è andato a Olbia ad aiutare, è la straordinaria laboriosità, la celerità degli interventi, la serietà e la compartecipazione quotidiana di chi sa che adesso si tratta di ricominciare da capo con orgoglio e forza di volontà.

25 Novembre 2013