Crisi economica e crisi del sistema

L'opinione di Vittorio Guillot

Mi è stato detto che nell’attribuire la decadenza del nostro popolo al pessimo funzionamento del nostro sistema amministrativo e politico io abbia esagerato. La crisi, secondo chi non è d’accordo con me, sarebbe di esclusiva natura economica e l’Italia tornerebbe a volare se solo si riprendessero i mercati. Restando nel campo strettamente economico credo che una mancata ripresa dipenda ,oltre che dalle difficoltà nel far “crescere” le piccole imprese a causa di questioni connesse alle disposizioni sul lavoro anche dai scarsissimi interventi nel settore della ricerca e dal modesto utilizzo di nuove tecnologie. Tutto ciò impedisce ad esse di collocarsi sul mercato internazionale. A ciò aggiungo che non capisco quale sia l’Italia del futuro che vogliono i partiti politici e, quindi, quale sia l’impalcatura complessiva e organica di riforme costituzionali che essi propongono per trasformare il Paese. Preciso di essere d’accordo che il crollo dell’economia abbia un ruolo fondamentale nella crisi del sistema. Sta di fatto che quel crollo e la mancata ripresa sono aggravate dal nostro complesso politico-amministrativo, caratterizzato da spese inutili e che raramente premia i meriti e le capacità ma spesso affida ruoli importanti a mezze calzette, raccomandate dai partiti politici. Segue che il servizio che costoro rendono è assolutamente scadente in rapporto allo stipendio che percepiscono.

Ovviamente questo andazzo determina un danno sulla situazione socio- economica generale. E’ vero che questa non è una novità e che ,finché l’economia tirava, il peso di quei parassiti era indigesto ma sopportabile mentre ora che l’economia non tira più, e soldi ce ne sono molti meno, questo peso diventa soffocante. Certo ,nella decadenza a cui stiamo andando incontro ci mette molto del suo anche la crisi della Giustizia, che andrebbe profondamente riformata. In questo quadro ben vedrei anche la riforma della Giustizia Amministrativa , i cui tribunali sono sempre più gravati da cause banali. Un altro fatto estremamente grave è che, per ragioni clientelari e affaristiche, la burocrazia sia stata oltremodo appesantita con la creazione di autority, enti e uffici spesso assolutamente inutili , capaci solo di complicare la vita di tutti e produrre una monumentale quantità di carte, timbri , pareri, nulla osta, autorizzazioni e concessioni che consentono di arrivare alla conclusione di un provvedimento solo dopo mesi e mesi.

In altri Pesi , per arrivare alle stesse conclusioni bastano, invece, pochi giorni. E’ evidente quanto ciò sia nocivo a tutti noi e, in particolare, alle attività imprenditoriali. Non per altro il servizio amministrativo più efficiente è quello offerto dall’U.C.A.S ( Ufficio Complicazione Affari Semplici)! Il fatto he aggrava questa situazione è che attorno a questa burocrazia elefantiaca si è aggrovigliata una rete economica parassitaria che è difficilissimo dipanare. Basti pensare al problema di sistemare i dipendenti di qualsiasi ente che venisse sciolto anche se per manifesta inutilità e al danno che deriverebbe ai suoi fornitori e all’indotto in generale. Certo è necessario uscire da una situazione del genere per evitare che il nostro Paese scivoli irrimediabilmente verso il Terzo Mondo. Si potrebbe scardinare tutto questo assetto con una rivoluzione o con un colpo di stato? Per quanto Capisca che la mancanza di senso politico dei governanti possa spingere i popoli a perdere la pazienza, non amo le rivoluzioni perché hanno dei costi enormi sotto tutti gli aspetti e non si sa mai dove vadano a parare. Molto spesso, infatti, esse hanno condotto a regimi totalitari che si sono mostrati peggiori del male che intendevano eliminare. Penso al fallimento sanguinoso del comunismo.

Una seconda strada potrebbe essere quella di responsabilizzare la popolazione esponendo con chiarezza la gravità della situazione e la necessità di riforme radicali. Non basta: occorre anche proporre concretamente delle possibilità di lavoro produttivo a chi oggi vive a carico della distorta burocrazia. Non occorre scomodare Gramsci o Goebbels per credere che , perché una simile operazione vada in porto, oltre che impostare e attuare riforme serie e concrete, occorra essere presenti in tutto ciò che fa informazione e cultura. Ciò non toglie che i soprusi e le rendite eccessive debbano essere eliminati senza complimenti. Non credete, però, che la maggior parte di coloro che oggi vivono di burocrazia sia costituita da gente che ha accettato quel posto perché era l’unico che il sistema gli offriva ? E’ meglio coinvolgere questa gente nel processo riformatore o mollarla al suo destino ? Credete, tra l’altro, che, se si agisse così si otterrebbe qualcosa di concreto , dato che costoro ,che costituiscono una notevole massa elettorale, aiuterebbero chi vorrebbe bloccare ogni spinta riformista ? Mi si potrebbe rispondere che tutto ciò che scrivo è un puro sogno perché i “poteri forti” impedirebbero ogni tipo di riforme. Questo pericolo è assolutamente evidente . Penso, però, che se qualcuno raggiungesse la forza sufficiente per smuovere le masse, sarebbe molto più proficuo che agisse per cambiare il sistema riformandolo radicalmente piuttosto che tentare di abbatterlo con dolorosi colpi di testa…

Vittorio Guillot, 28 Aprile 2014