Cittadinanza attiva scrive al direttore della Asl

L’associazione Cittadinanzattiva, da sempre molto attenta, alla tutela ed al promovimento dei diritti dei cittadini nell’ambito dei servizi sanitari e assistenziali, ha dovuto registrare negli ultimi tempi crescenti lamentele riguardanti le disfunzioni riscontrate nei reparti di Oculistica e di Ortopedia ubicati presso la struttura dell’Ospedale Marino di Alghero e ne ha dovuto, purtroppo, constatare il pieno fondamento. I succitati reparti hanno subito negli ultimi due anni un progressivo smantellamento che prosegue tutt’ora. Nel giugno del 2010, come ogni estate, si e’ provveduto ad accorpare i reparti per permettere al personale, già allora ridotto al minimo indispensabile, di poter usufruire delle ferie estive. Ma la divisione dei due reparti non è piu’ avvenuta e il personale, ormai in esubero se si considera il dimezzamento dei posti letto, e’ stato progressivamente trasferito presso altri reparti. E’ stato soppresso il primariato di anestesia e gli anestesisti sono stati ridotti da cinque a due, impedendo lo svolgimento di una normale attività chirurgica, dato che l’unico anestesista in turno la mattina, oltre a garantire il funzionamento di una sala operatoria, da tre che erano funzionanti negli anni precedenti, doveva anche essere a disposizione per eventuali urgenze in Pronto Soccorso, negli ambulatori e nei reparti. Negli ultimi due anni, due ortopedici sono andati in pensione e un’altra è da alcuni mesi in maternità. E’ stato sostituito solo uno degli ortopedici in pensione per cui l’organico è a tutt’oggi, carente di due unita’. Nel frattempo l’azienda ha indetto una selezione destinando tre ortopedici a Sassari, due a Ozieri e nessuno ad Alghero, ignorando i dati di attività dei tre ospedali che, ad organici completi, vedevano Alghero prevalere di gran lunga rispetto agli altri due, meritandosi il primato come miglior centro ortopedico del Nord Sardegna, al quale hanno sempre afferito pazienti provenienti dall’intera isola. Attualmente la situazione e’ al limite del collasso: questa ulteriore carenza di personale ha portato alla chiusura degli ambulatori, i cui casi non procrastinabili vengono visti dal medico di guardia in Pronto Soccorso che con il raddoppio dell’affluenza dato dalla presenza turistica, si trova a dover visitare, in una mattina, anche sessanta pazienti, con evidenti ripercussioni sulla qualità del servizio offerto, soprattutto in relazione con i tempi d’attesa. La chiusura degli ambulatori e’ causa di ulteriore disservizi per i malati, costretti a rivolgersi presso altre strutture o, peggio, presso centri privati per un servizio al quale hanno diritto. Il reparto di Oculistica non gode di miglior salute. Nato come “eccellenza”, grazie anche alla comprovata professionalità degli operatori sanitari, oggi vive una stagione di assoluto declino dal momento che gli operatori si vedono costretti a denunciare la assoluta impossibilità ad operare in situazioni di normalità ed in condizioni che nulla hanno a che vedere con un reparto nato come di “eccellenza” e che poteva vantare una operatività che ha visto circa 4000 visite ambulatoriali e 1350 interventi nel corso dell’anno 2011 nonché circa 400 interventi solo nell’arco dei primi sei mesi del 2012. I traguardi raggiunti e gli standard di qualità che hanno connotato fino a poco tempo fa il reparto appaiono non più perpetuabili considerando che buona parte delle strumentazioni in uso non appartiene all’Azienda Sanitaria, che le detiene a mero titolo di comodato precario, per la propria incapacità di praticarne il normale acquisto. Si tratta di strumentazioni assolutamente indispensabili anche in considerazione del fatto che gli utenti del reparto sono per la maggior parte persone che soffrono di patologie spesso gravi e che necessitano di regolari e frequenti esami, visite diagnostiche, da effettuare, appunto, con strumentazioni sofisticate. Anche in questo reparto si opera con personale sottodimensionato rispetto alle necessità, in locali non idonei all’eventuale ricovero degli utenti, che necessitano di interventi complessi: il reparto, infatti, non è dotato di posti letto, nonostante l’erogazione di questo servizio, sia previsto dal Piano Sanitario Regionale ed è addirittura privo anche dell’impianto per l’ossigeno. In definitiva, quello che è stato e doveva essere un reparto di eccellenza riesce, oggi, a mala pena a garantire solo le primarie necessità, grazie alla disponibilità degli operatori. Tanto premesso, Cittadinanzattiva – Tribunale per i Diritti del Malato – nel farsi portavoce delle doglianze lamentate e che qui si denunziano, chiede alle SS.LL., per quanto di rispettiva competenza, di conoscere, con la massima sollecitudine: 1) Le ragioni per le quali si è venuta a determinare la situazione di criticità e di inadeguatezza dell’offerta dei servizi sanitari sopra denunziata 2) Quali iniziative intendono assumere, ed in quali tempi, per sanare le denunziate deficienze del sistema, relativamente ai due reparti di cui sopra. In conclusione non pare superfluo ricordare al riguardo che anche il nostro paese, in quanto membro dell’Unione Europea è tenuto a tutelare e garantire i diritti inalienabili del paziente, tra i quali il diritto all’accesso, il diritto all’informazione, il  diritto  al rispetto del tempo dei pazienti, diritto al rispetto di standard di qualità, diritto alla sicurezza, diritto all’innovazione, diritto a evitare sofferenze e dolore non necessari, diritto ad un trattamento personalizzato.

4 Luglio 2012