Ci sono agevolazioni per ristrutturare la propria casa?

Quando si pensa a ristrutturare casa, c’è sempre l’annoso problema economico. Non tutti sanno che, però, è possibile usufruire di alcune agevolazioni fiscali messe a disposizione dallo stato italiano per favorire l’ammodernamento degli edifici e, quindi, favorire il processo verso l’innovazione.

Non sono agevolazione che riguardano soltanto la ristrutturazione dal punto di vista estetico ma si punta soprattutto a mettere in sicurezza gli edifici. E, per questo, le forme di finanziamento e di agevolazioni fiscali possono coprire più di un’area. Noi ne andremo a vedere tre ma possono essercene diverse, a seconda del tipo di intervento che andrai a fare, della classificazione della tua casa e di quanto ammonta la tua spesa.

Il sismabonus

Nato con il decreto Legge n. 63/2013, probabilmente il sismabonus è uno dei provvedimento meno conosciuti. E, spesso, misure del genere sono tra le più efficaci presenti poiché garantiscono non soltanto la sicurezza dell’edificio stesso ma anche delle persone che vi abitano. In pratica, si tratta di un rimborso fino all’85% degli interventi, in materia antisismica, effettuati fino al 31 dicembre 2020.

Possono accedere al sismabonus sia le persone fisiche che le società, trattandosi di un’agevolazione fiscale. E dal 2017, gli interventi possono riguardare sia gli edifici dove una persona vive che gli immobili utilizzati per la propria attività, fino alla zona 3. La zona 1 e 2 rappresenta tutte quelle aree ad alto tasso sismico mentre la zona 3 si trova a ridosso, appunto, di queste aree.

La detrazione arriva al 50% nel caso di spese che non superino i 96mila euro per ogni anno e per ciascun immobile ed è divisa in un lustro. Se, in seguito ai lavori, l’edificio dovesse passare da alto a basso rischio sismico la detrazione sale al 70% se si scala 1 classe, all’80% se le classi scalate sono due.

La quota, però, sale nel caso si tratta di un condominio. Infatti, nel caso si dovesse scalare di una classe sismica la detrazione sale al 75%. Scali di due classi? Allora si arriva all’85%.

Bonus facciate

Probabilmente ne hai sentito parlare tanto ma non hai ancora ben chiaro di cosa si tratta. E non hai tutti i torti: il ‘bonus facciata’ è una misura introdotta nel 2020 e che dovrebbe andare a pieno regime sul finire proprio del 2020. In pratica, si tratta di una detrazione pari al 90% di tutte le spese sostenute, appunto, nel 2020 di tutti gli interventi che hanno l’obiettivo di recuperare o restaurare le facciate negli edifici che sono presenti nei centri storici o nelle zone parzialmente edificate, secondo quanto stabilito dal D.M. n. 1444/1968).

La detrazione viene dilazionata in 10 anni e, nel dettaglio, viene erogata in casi di pulitura, tinteggiatura, opere su zone opache di facciata, balconi e ornamenti.

Unica limitazione riguarda il fatto che se i lavori possano influenzare il complesso dal punto di vista tecnico: in questo caso, bisogna rispettare gli standard ben precisi per quanto concerne l’efficienza energetica e seguire alcune linee guida.

Il bonus verde

36% di detrazione per una spesa massima di 5mila per ogni unità immobiliare. È a quanto ammonta il cosiddetto ‘bonus verde’, che può essere applicato per quanto concerne interventi di creazione di aree verde in zone scoperte degli edifici oppure il recupero di quelle che, appunto, erano già aree verdi. In questo caso, si tratta della realizzazione di eventuali coperture e di giardini pensili.

La detrazione non è proprio elevatissima ma ciò va rapportato al fatto che le spese per il giardino, in proporzione a una ristrutturazione vera e propria di tutto l’edificio, sono solo una minima parte. In ogni caso, la restituzione del 36% di quanto speso avverrà in un decennio ma può comprendere anche le spese che sono state sostenute per la progettazione e la manutenzione. Un aspetto che viene molto spesso sottovalutato ma che incide, poi, sul conto totale. Ma che, almeno questa volta, viene tenuto in considerazione.

Cessione del quinto

In alternativa potresti pensare di richiedere la cessione del quinto dello stipendio, un finanziamento particolare con un tasso fisso. Possono ottenerlo sia dipendenti pubblici che quelli privati: è necessario avere un contratto a tempo indeterminato.

La durata massima è di 120 mesi e quella minima normalmente non è mai inferiore ai 24 mesi.

In cosa consiste? La rata del finanziamento viene detratta a priori dalla busta paga ed equivale ad ⅕ della busta paga, ovvero il 20% al netto delle ritenute.

FONTI:

https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50678

https://www.facileristrutturare.it/ristrutturazione-appartamento/

https://prestitimag.it/articoli-cessione-quinto/

14 Febbraio 2020