Cauzione Abbanoa, Maninchedda: il regolamento del servizio idrico la prevede da 7 anni

Botta e risposta tra l'assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda e il consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde.

Io non sono certo perfetto e quindi posso cadere in errore come chiunque. Però questo non accade quando ho letto bene le norme. Sulle cauzioni l’on. Tedde sbaglia e ignora alcuni dati.

Sull’obbligo della richiesta del deposito cauzionale. L’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEEGSI), nella delibera 86/2013, disciplina il deposito cauzionale. Chiarisce qual è il suo scopo, come deve essere calcolato, a chi deve essere richiesto, quando e come può essere richiesto. Uniforma a livello nazionale la disciplina e sancisce il principio di equità del deposito cauzionale. Afferma inoltre – cosa evidentemente sfuggita all’on Tedde – che la disciplina di cui alla delibera 86/2013 costituisce modifica ai Regolamenti di servizio e che, se non adeguate entro il 31 dicembre 2013, le clausole contrattuali e gli atti che regolano i rapporti tra gestori e autorità competenti, incompatibili con il provvedimento, sono inefficaci (così anche l’art. 2, comma 37, della legge 4 81/95 che prevede che le determinazioni dell’Autorità costituiscono modifica o integrazione del regolamento di servizio predisposto dal soggetto esercente il servizio).

Il Regolamento del Servizio Idrico Integrato prevede all’art. B.12 l’addebito del deposito cauzionale sin dalla sua entrata in vigore (ben 7 anni fa!). Quindi anche Alghero, nel 2006, avrebbe dovuto applicarlo. Lo sa l’on. Tedde? Tutti i contratti di somministrazione prevedono la sottoscrizione di apposita clausola in cui si ricorda al cliente che è dovuto il deposito cauzionale. Questa normativa è aggiornata e integrata dalla disciplina prevista da AEEGSI, che in nessun articolo né tanto meno nello spirito della norma, indica ai gestori di eliminare il deposito cauzionale, ma semmai di adeguarlo alle sue disposizioni. Prima del Regolamento del Servizio Idrico Integrato, anche gli ex gestori richiedevano il deposito cauzionale: il Regolamento del servizio ex Esaf prevedeva il deposito cauzionale (art. 18);  il Regolamento del servizio ex SIM (Cagliari) prevedeva il deposito cauzionale (art. 9); il Regolamento del servizio ex Siinos (Sassari) prevedeva il deposito cauzionale (art. 69).

Stupisce che si ci accorga solo ora dell’esistenza del deposito cauzionale. Alcune gestioni pubbliche locali non richiedevano il deposito, e quindi non adottavano strumenti utili alla copertura del rischio di morosità, facendo ricadere su tutta la collettività questo rischio. Abbanoa non può adottare simili modelli di gestione e non ha la facoltà di modificare a proprio piacimento il Regolamento del S.I.I., peraltro arrecando un danno alla collettività.

Ha pertanto correttamente fatturato gli importi secondo il metodo stabilito da AEEGSI: per i clienti ai quali l’importo era già stato fatturato in precedenza ha operato dei conguagli (positivi o negativi); per i clienti ai quali l’importo non era mai stato fatturato (dai precedenti gestori) ha addebitato l’intero importo; per i clienti per i quali sono previste delle esenzioni ha restituito quanto fatturato.

AEEGSI inoltre non prevede una facoltà per Abbanoa ma il potere di richiedere il deposito nei limiti di quanto disposto dal provvedimento di AEEGSI. Si stravolge il senso, la lettera e lo spirito della norma se si afferma che AEEGSI ha previsto una facoltà. Oltretutto, nel documento per la consultazione 290/2012/R/IDR, l’Autorità ha illustrato i propri orientamenti in tema di disciplina del deposito cauzionale. I contributi formulati dai soggetti partecipanti alla consultazione (comprese le associazioni dei consumatori) hanno evidenziato che sia previsto un deposito cauzionale regolato in maniera uniforme a livello nazionale, quale forma di copertura, sia pure parziale, del rischio connesso alla morosità.

Sulla presunta assenza di condizioni per la fatturazione e sulla Carta dei Servizi. AEEGSI condiziona la fatturazione del deposito cauzionale all’adozione di una Carta dei servizi conforme alla normativa in vigore e alla pubblicazione secondo quanto previsto nella deliberazione 586/2012/R/IDR. Abbanoa ha rispettato quanto previsto da AEEGSI:

–  la Carta del Servizio Idrico Integrato è stata redatta infatti in attuazione alle direttive impartite dal Dir.P.C.M. 27 gennaio 1994 ”Principi sulla erogazione dei servizi pubblici” e dal D.P.C.M. 29 aprile 1999 “Schema generale di riferimento per la predisposizione della carta del servizio idrico integrato”;

– nel rispetto della deliberazione AEEGSI 586/2012/R/IDR, Abbanoa ha reso disponibile la propria Carta dei servizi e le informazioni relative alla qualità dell’acqua fornita nel proprio sito internet, con accesso diretto dalla homepage, e con almeno una ulteriore modalità.

Chiunque consultando il sito internet di abbanoa può avere evidenza dei fatti.

Sui problemi finanziari e gestionali di Abbanoa. Abbanoa applica le disposizioni dell’Autorità nazionale. Se di problemi finanziari e gestionali si vuole parlare, bisognerebbe portare l’attenzione su cosa ha ereditato Abbanoa. Ad Alghero, per citare un esempio a caso, Abbanoa ha trovato durante il censimento del 2013 oltre 600 utenze non trasmesse (fuori ruolo) e oltre 80 allacci diretti (senza contatore). Proprio in queste settimane, in collaborazione con la Amministrazione Comunale, Abbanoa ha comunicato che si sta facendo chiarezza sul reale stato di gestione dei servizi e degli appalti antecedenti al 2007.

Tuttavia, Abbanoa non si limita a prendere atto del disordine che ha acquisito ma a porvi rimedio e a trasformare un settore, rifondandone i principi e applicando regole che valgono per tutti, con un’opera di risanamento che non guarda all’azienda ma al settore idrico, fognario e depurativo. Per farlo, deve chiedere a chi non ha mai pagato di iniziare a farlo, per evitare che il contribuito sia sempre degli stessi soggetti e della collettività nel suo insieme. Detto questo, Abbanoa è ben lontana dall’essere perfetta, però non può essere usata come capro espiatorio della poca cura istituzionale dedicata all’acqua nei decenni precedenti.

Paolo Maninchedda, 12 Novembre 2014