Blackjack: una storia lunga tre secoli

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Sono passati più di 300 anni da quando il Vingt-en-Un, il primo antenato del moderno blackjack, è arrivato sui tavoli delle prime sale da gioco francesi. Da quei giorni lontani il gioco si è evoluto, è sbarcato a tutte le latitudini e ha dato vita a leggende, libri, teorie matematiche e pellicole cinematografiche. Ma quali sono stati i passaggi che l’hanno portato a diventare come lo conosciamo oggi? E quali sono i segreti alla base di un successo planetario? Proviamo a scoprirlo.

Nonostante gli storici siano concordi nel datare la nascita ufficiale del blackjack nel 1700, esistono testimonianze di giochi simili nella letteratura del secolo precedente, in particolare in alcuni romanzi di Miguel de Cervantes in cui si parlava di personaggi impegnati nel ventiuna, disciplina dalle regole simili alla versione francese.

Il ventuno transalpino, derivante da una fusione tra il Chemin de Fer e il French Ferme, aveva pochissime differenze con il blackjack attuale. L’obiettivo era sempre raggiungere la somma di 21 con le due carte a disposizione ma solo il banco poteva raddoppiare la posta. La denominazione inglese, invece, deriva da una mano particolare, quella composta da asso di spade e jack di spade, che garantiva un pagamento extra.

Nel frattempo in Italia si giocava a sette e mezzo, altro gioco dalle caratteristiche simili ma in cui lo scopo era quello di raggiungere il punteggio senza andare oltre, ovvero senza sballare.

Nonostante le incertezze sulle origini e le varie denominazioni, è ormai riconosciuto che l’anno di origine del blackjack moderno sia il 1931, periodo in cui lo stato del Nevada autorizzò la nascita delle sale da gioco. E in oltre 80 anni il regolamento è rimasto lo stesso. È solo aumentato il successo in ogni angolo del globo e il numero di giocatori.

Lo step successivo è stato quello dello sbarco sul web, in stretta simbiosi con la nascita dei casinò online. Dal 2011 il blackjack arriva online anche in Italia, in concomitanza con l’autorizzazione AAMS per le sale da gioco virtuali. Facile intuire che internet avrebbe moltiplicato il numero di giocatori.

E così è stato. In più, la comodità data dal giocare da casa e la possibilità di gestire in autonomia i tempi delle mani hanno reso il blackjack una delle discipline preferite dagli appassionati. A maggior ragione da quando è arrivato anche il blackjack live, nuova opzione che permette di interagire direttamente con croupier in carne e ossa e che, di fatto, diminuisce ancora la distanza tra sale da gioco fisiche e virtuali.

La natura avvincente delle partite e la struttura del gioco hanno fatto sì che illustri matematici e registi cinematografici si interessassero in epoca recente al blackjack. Tra i primi si ricordano Roger Boldwin che nel 1953 provò a elaborare un modello statistico per battere il banco e Edward Oakley Thorp (detto l’Einstein del blackjack), che partendo dalla ricerca di Boldwin ideò un sistema matematico estremamente complesso e spiegato nel libro “Beat the dealer”, vero e proprio bestseller per gli amanti della disciplina.

Sono invece tre le pellicole di Hollywood che hanno contribuito a far conoscere il gioco al grande pubblico. Nel 1989 arrivò nelle sale “L’uomo della pioggia” con protagonisti Tom Cruise e Dustin Hoffman. Nel film, vincitore di ben quattro premi Oscar, Hoffman interpreta Raymond Babbit, affetto da sindrome dell’idiota sapiente e in grado di battere il banco grazie alle innate capacità matematiche. Nel 2008 toccò a “21” riportare l’attenzione sul blackjack. La pellicola narra infatti le vicende del MIT Group, team di giovani matematici che elaborò un accurato sistema di calcolo per sbancare le sale da gioco di Las Vegas.

Tratto da una storia vera vanta nel cast attori del calibro di Jim Sturgess, Kate Bosworth, Kevin Spacey e Laurence Fishburne. Un anno dopo ecco il primo capitolo di “Una notte da leoni”, pellicola cult della cinematografia comica moderna. Protagonista assoluto del film il borderline Alan che grazie alle proprie doti al tavolo prova a rimediare i danni fatti in uno degli addii al celibato più pazzi della storia.

3 Agosto 2020