Arrivano i giganti eolici: il mare di Capo Caccia interdetto per 2 mesi
Sardegna sotto assedio, lo denuncia l'ex presidente Pili: "Devastazione del paradiso naturale"

Il mare cristallino di Alghero, paradiso terrestre e oasi protetta dal 2002, si prepara a un periodo di stop. Dal 2 settembre al 30 ottobre, la Capitaneria di porto ha interdetto un vasto tratto di mare davanti a Capo Caccia. L’ordinanza, pubblicata in questi giorni, apre la strada alle navi della multinazionale svedese Hexicon, che inizierà i sondaggi geologici funzionali alla costruzione di un parco eolico offshore. L’area interessata dai sondaggi è impressionante: un’estensione di 382 chilometri quadrati, dove sorgeranno 54 pale eoliche alte 332 metri, più del doppio del Grattacielo Pirelli di Milano. Un’opera che, secondo l’ex presidente della Regione Sardegna, Mauro Pili, rappresenta una “devastazione” e uno “sfregio” per il territorio.
Pili non nasconde la sua indignazione e punta il dito contro le istituzioni: una “Regione inutile e inesistente” e uno “Stato complice”, che permetterebbero di mettere a rischio un’area naturalistica protetta e un ecosistema che include persino il Santuario dei Cetacei.
Un impatto devastante su turismo e pesca. L’ordinanza della Capitaneria di porto di Alghero, valida fino al 30 ottobre, vieta la navigazione e la sosta a chiunque in un raggio di 200 metri dalla nave “Eco One”, impiegata nelle attività di sondaggio. Questo divieto, che arriva in piena stagione turistica, è visto da molti come un colpo letale per l’economia locale, in particolare per il turismo e la pesca, che dipendono strettamente dalla navigabilità e dalla salute del mare.
Le perplessità non mancano: come può una società con sede nel cuore di Stoccolma, Avenhexicon, chiedere e ottenere l’interdizione di un’area protetta in Sardegna? Pili parla di una “follia di Stato, con tanti complici, troppi silenzi”, e lancia un appello per “salvare Capo Caccia e la Sardegna”.
La multinazionale prevede inoltre la realizzazione di un cavidotto sottomarino di circa 41 km che collegherà l’impianto al porto di Alghero, portando a compimento un progetto che solleva forti dubbi e preoccupazioni sull’impatto ambientale, paesaggistico e socio-economico di una delle zone più preziose dell’isola.