Arresti a Oschiri per maxi-coltivazione di cannabis sul lago Coghinas
Le indagini dei Carabinieri di Oschiri e Ozieri individuano il presunto responsabile dopo il sequestro di 400 piante e un danno stimato di 380.000 euro al mercato illecito.
Nuovi sviluppi nell’inchiesta sulla maxi-piantagione di cannabis scoperta lo scorso settembre lungo la sponda nord del Lago Coghinas. I Carabinieri della Stazione di Oschiri (SS), in collaborazione con il Nucleo Operativo della Compagnia di Ozieri e i Cacciatori di Sardegna di Abbasanta, hanno dato esecuzione, nella mattinata di ieri, 29 ottobre 2025, a un’Ordinanza di Custodia Cautelare.
Il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Sassari, dispone gli arresti domiciliari per un uomo ritenuto responsabile dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e furto aggravato.
L’attività investigativa è l’epilogo di un’operazione condotta all’alba del 15 settembre, quando i militari, dopo prolungati servizi di osservazione, avevano sorpreso e arrestato in flagranza tre individui intenti a irrigare e curare la vasta piantagione. All’epoca, furono sequestrate oltre 400 piante di cannabis, con altezze variabili tra gli 80 e i 170 cm, un sofisticato impianto di irrigazione lungo circa 1.000 metri, diverse fototrappole per la sorveglianza e materiale per la coltivazione.
Le successive analisi disposte dalla Procura della Repubblica di Sassari e condotte dal Laboratorio di Chimica del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) dei Carabinieri di Cagliari hanno confermato l’elevato potenziale dello stupefacente. Dalla piantagione, infatti, si sarebbero potuti ricavare oltre 40 chilogrammi di prodotto netto, con una percentuale media di T.H.C. vicina al 9%. Si stima che il principio attivo estraibile (più di 3,6 kg) avrebbe permesso di confezionare circa 145.000 dosi medie giornaliere, garantendo, una volta immesso sul mercato al dettaglio, un guadagno illecito stimato in circa 380.000 euro.
A seguito di questi accertamenti, sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza che hanno portato al coinvolgimento del proprietario del terreno dove sorgeva la coltivazione. L’uomo è stato quindi raggiunto dal provvedimento restrittivo e condotto presso la sua abitazione, dove rimane a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

















