Antonio Cornacchione apre la stagione del Teatro Civico di Alghero con “D.E.O. ex Macchina”
L'attore e comico in un monologo sul boom economico e l'informatica italiana: un'occasione di primato industriale andata perduta.
Alghero è pronta a ospitare l’apertura della sua Stagione 2025-2026 al Teatro Civico “Gavì Ballero” mercoledì 19 novembre alle 21 con un attesissimo spettacolo: “D.E.O. ex Macchina / Olivetti, un’occasione scippata” di e con l’attore e comico Antonio Cornacchione.
L’originale one-man-show, in tournée nell’Isola sotto le insegne del CeDAC Sardegna, propone un affresco avvincente dell’Italia degli Anni Cinquanta e Sessanta, nel pieno del boom economico. Attraverso il racconto della storia di Adriano Olivetti e della sua azienda, Cornacchione rievoca un’epoca di sogni, speranze e di grande fermento industriale, quando l’Italia era all’avanguardia in settori come l’informatica.
Il monologo, scritto e interpretato da Cornacchione (volto noto da Zelig a Che tempo che fa), con la collaborazione ai testi di Massimo Cirri e la regia di Giampiero Solari, si concentra sulla straordinaria avventura imprenditoriale di Olivetti e la nascita del Centro di Ricerca Elettronica a Barbaricina (Pisa). Sotto la guida dell’ingegner Mario Tchou, qui videro la luce innovazioni rivoluzionarie come il calcolatore Elea 9003, il primo progettato e realizzato interamente in Italia e tecnologicamente all’avanguardia a livello mondiale, e in seguito la celebre P101, affettuosamente chiamata “Perottina”, considerata il primo calcolatore da tavolo.
Cornacchione, con il suo stile ironico e satirico, porta in scena le “memorie di un impiegato” per ripercorrere questa parabola di successo che si concluse tragicamente con la prematura scomparsa di Adriano Olivetti nel 1960. L’azienda, in crisi di liquidità e priva della sua guida carismatica, scelse la prudenza e nel 1964 cedette il suo promettente comparto informatico – la Divisione Elettronica Olivetti (DEO), da cui il titolo dello spettacolo – alla concorrenza statunitense, in particolare alla General Electric.
“D.E.O. ex Macchina” non è solo un racconto di innovazione tecnologica, ma anche una riflessione sulla miopia di una classe dirigente che non seppe cogliere appieno il potenziale della modernità, trasformando un’opportunità di primato industriale in una “occasione scippata” per il Paese.


















