Amori e tradimenti, ecco “Così fan tutte”

Fresca, giovane e sempre moderna perché, nonostante i suoi 223 anni, in qualunque epoca la si rappresenti o la si ambienti, porta con sé temi sempre attuali. Amore, fedeltà, gelosia e tradimento, infatti, sono argomenti che sembrano attanagliare l’umanità da secoli, qualunque sia l’ambiente e il livello sociale, sia nel Settecento che negli anni Duemila. È Così fan tutte, ossia La scuola degli amanti di Wolfgang Amadeus Mozart, la terza e ultima opera italiana (prima Le nozze di Figaro nel 1786 quindi Don Giovanni nel 1787) scritta dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo da Ponte, andata in scena per la prima volta al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790. L’Ente Concerti “Marialisa de Carolis” la propone al pubblico del Teatro Comunale di Sassari il 15 e 17 novembre, quale terza opera nel cartellone della settantesima stagione lirica.

L’opera si inserisce all’interno del progetto “trilogia di Mozart” che l’Ente Concerti ha avviato lo scorso anno con Le Nozze di Figaro e che si completerà con il Don Giovanni. Alla regia ci sarà Jacopo Spirei, giovane regista italiano di casa a Salisburgo e Londra, mentre nel golfo mistico Giovanni Battista Rigon, considerato «uno dei migliori direttori rossiniani su piazza, artefice di un suono agile e grintoso, che non stanca» (Enrico Girardi, “Il Corriere della Sera”), entrambi per la prima volta a Sassari.

«È un’opera che tratta temi delicati – afferma il regista – quello del crescere, diventare adulti, maturare, e delle difficoltà della vita ma, allo stesso tempo, è un’opera che vuole infondere fiducia. Il testo e la musica sono una poesia inarrivabile e l’opera parla di noi e a noi, è un mondo che parla di modernità, come moderno era il linguaggio di Mozart».

Il tema dell’amore, del tradimento e dello “scambio di coppia”, quindi, faranno da base alle vicende che si svilupperanno sul palco. E a “instillare” i dubbi sulla fedeltà dei propri compagni ci penserà Don Alfonso al quale, già nel 1790, Mozart e Da Ponte facevano cantare: «È la fede delle femmine come l’Araba fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa!». E poi ancora: «Tutti accusan le donne, ed io le scuso, se mille volte al dì cangiano amore; altri un vizio lo chiama ed altri un uso: ed a me par necessità del core. L’amante che si trova alfin deluso, non condanni l’altrui, ma il proprio errore; giacché, giovani, vecchie, e belle e brutte, ripetete con me: “Così fan tutte!”».

In un perfetto gioco di simmetrie, la musica di quest’opera esprime il trionfo della dissimulazione, in un gioco dell’essere e dell’apparire che diventa il meccanismo stesso dell’azione. «Molte sono le arie rappresentative di quest’opera – afferma il direttore d’orchestra Giovanni Battista Rigon – forse però quella di Fiordiligi maggiormente risente della citazione del genere tragico in quello comico. Se nelle due precedenti opere scritte in italiano Mozart voleva ancora dimostrare qualcosa, in questa egli scrive quasi per sé, creando una musica meravigliosa che sgorga dall’anima».

Giovane il cast che salirà sul palco e composto da cantanti che si sono affermati anche in campo internazionale. A interpretare Fiordiligi sarà Francesca Sassu che, già al Verdi nel 2011, si distinse per il riuscitissimo ruolo di Adina in Elisir d’amore di Donizetti. Nel cast anche Annalisa Stroppa (Dorabella), giovane promessa del panorama lirico internazionale, lo statunitense Gregory Warren (Ferrando), cresciuto sotto l’ala del maestro Placido Domingo, Pamela Chiriaco (Despina), considerata “Miglior voce calabrese”, quindi il baritono Omar Montanari (Don Alfonso) che porta con sé una grande esperienza sui palchi dei teatri internazionali e Clemente Antonio Daliotti (Guglielmo) giovane baritono che si è già distinto nel panorama lirico nazionale per diverse interpretazioni.

Sul palco anche il Coro dell’Ente Concerti diretto dal maestro Antonio Costa. Le scene sono curate da Mauro Tinti, i costumi sono di Marco Idini e le luci di Fiammetta Baldiserri. Così fan tutte fu rappresentata per la prima volta a Sassari nel 1956, quando chiuse la quarta stagione lirica dell’Ente Concerti. All’epoca direttore d’orchestra fu Albert Kaiser e la regia di Marisa Morel. Fu ancora in città nel 1967, nel 1983 e nel 1997.

La trama. Nella Napoli del XVIII secolo gli ufficiali Ferrando e Guglielmo scommettono con Don Alfonso che le loro fidanzate, le sorelle Fiordiligi e Dorabella, rimarranno loro fedeli. Don Alfonso vuole dimostrare che le ragazze sono, come tutte le altre, pronte al tradimento. Fiordiligi e Dorabella apprendono da Don Alfonso che i loro fidanzati stanno per partire, richiamati in guerra. Le due donne vengono convinte da Despina, pagata da Don Alfonso, ad accettare la corte di due albanesi che altri non sono che i loro fidanzati travestiti. Secondo il piano concordato con Don Alfonso, i finti albanesi corteggiano le dame, ma Guglielmo si rivolge a Dorabella e Ferrando a Fiordiligi, scambiandosi i ruoli e mettendo alla prova la fedeltà delle fidanzate. Inizialmente, l’atteggiamento virtuoso delle ragazze desta il compiacimento degli ufficiali. Ma dopo tante lusinghe, le sorelle, ormai attratte dai due albanesi, cedono accettando di sposarli. Nel bel mezzo del banchetto nuziale viene annunciato il ritorno degli ufficiali. Gli albanesi si eclissano e al loro posto tornano i fidanzati delusi. Guglielmo e Ferrando svelano l’intrigo e alle ingannate e ingannatrici, Don Alfonso riassume la morale della vicenda: alla scuola degli amanti il disinganno può solo portare saggezza. Si celebrino dunque le nozze: Fiordiligi con Guglielmo, Ferrando con Dorabella.

13 Novembre 2013