Alluvione in Sardegna e disastri ambientali

Scusatemi se sono amaro e acido, ma la situazione che stiamo vivendo a seguito della alluvione che ha colpito la Sardegna non mi induce affatto al buon umore. Sento molta gente prendersela col governo Letta per il disastro che si è abbattuto sulla Sardegna. A me, di Letta non interessa più di tanto, ma penso che questo governo si sia trovato il cerino acceso da almeno 50 anni di pessimo modo di governare. Infatti è dal tempo della alluvione di Firenze del 1966 o, addirittura, dal disastro del Vajont, che sento parlare di dissesto idrogeologico, ma cosa si è fatto per rimediarvi? Non credete che una buone dose di responsabilità nelle “calamità naturali” che hanno colpito l’Italia, a parte le cause legate alle condizioni meteorologiche e climatiche, sia anche della burocrazia onnipotente e strafottente, che blocca ogni pubblica iniziativa anziché concorrere a portarla a compimento?

Non vi pare che una responsabilità la abbia anche il sistema giudiziario, non solo quello civile e penale, ma anche quello amministrativo, che va a rilento? Non c’è nessuna responsabilità delle ditte che svolgono male i loro lavori e degli enti pubblici che li devono controllare ma non li controllano adeguatamente? Qualcuno, in proposito, mi sa spiegare con quale logica siano stati fatti sparire gli ” assistenti contrari” del genio civile, che verificavano i lavori “in corso d’opera” e, se qualcosa andava storta, venivano chiamati a rispondere anche penalmente dei controlli non fatti o fatti male? Non è vero che , così, è spesso inevitabile che i collaudi vengano fatti all’ acqua di rose? Non sostengo certamente che tutto, una volta, funzionasse alla perfezione. Sostengo, però, che anziché cercare di eliminare le carenze, si è peggiorato! Certo tutte le grandi città sono sorte dal nulla o dalla espansione di piccoli nuclei abitativi. Questo è un fatto inevitabile. La stessa Roma è sorta da Alba Longa. Molte sono sorte proprio in riva a i fiumi. Gli insediamenti urbani, però, devono svilupparsi nel rispetto della natura. E’ stato più volte ricordato un proverbio sardo che dice che “l’acqua ha memoria” , nel senso che tende a scorrere dove, per la situazione naturale, ha sempre defluito. Di questo i nostri “urbanisti” troppe volte non tengono alcun conto, sicuri che i mezzi tecnici moderni possano violentare la natura come e quando credono. Gli antichi, invece, ne tenevano conto , anche se forse solo perché non disponevano delle nostre tecnologie. E’ evidente, invece, che, pur costruendo e ampliando le città, dobbiamo rispettare la natura. Tra l’altro non trovo corretto dire che “dobbiamo difendere la natura” perché , la natura, di fatto, si difende da se stessa, e sono guai !

Mi chiedo se, anche delle catastrofi, non abbia nessuna responsabilità un sistema amministrativo che sembra fatto di matriosche, per cui, dopo averne aperta una, vedi che se ne presenta un’altra, e così via all’infinito, cosicché è difficilissimo arrivare ai responsabili dei ritardi e delle inefficienze e, al massimo, volano solo gli stracci? Non ha nessuna responsabilità chi ha costruito dove era geologicamente pericolosissimo costruire e chi ha dato concessioni, licenze e autorizzazioni varie? Non ha alcuna responsabilità chi non ha fatto i piani regolatori comunali o chi li ha fatti a casaccio e tenendo conto solo degli interessi economici di amici e speculatori vari? Non ha alcuna responsabilità chi , concedendo sanatorie e condoni forsennati, ha consentito l’aggiramento di regole che avrebbero salvato tanti beni e vite umane? Non ha nessuna responsabilità chi deve fare le manutenzioni e le pulizie di fiumi e fiumiciattoli, di cunette, tombini e canali di deflusso delle acque ma non li fa?

Senza andare tanto lontano, avete mai visto in che condizioni è il canalone, scavato una decina di anni fa, dopo una alluvioncella che interessò molte case di via della Resistenza, in prossimità del Green Hotel? Quel canalone, costato tanti quattrini, che scende da San Giuliano a Cala Bona, e realizzato per il deflusso delle acque provenienti da Scala Picada , sapete in che condizioni è? Ve lo dico, in che condizioni è: fa schifo e, nel suo alveo sono persino cresciuti alberi di mezzo metro di diametro! Si è mai fatta una verifica sul suo stato? Si è mai fatto un intervento di pulizia? A chi compete effettuare quegli interventi, che, se fossero fatti annualmente, non sarebbero
neppure troppo costosi? Spettano allo Stato, al Governo e alla Regione o al Comune? Quale amministrazione se ne è mai interessata? Mi chiedo anche come funzioni la Protezione Civile, soprattutto a livello comunale. Il volontariato è una realtà assolutamente meravigliosa . Esiste, comunque, un organismo, a livello comunale, che , in caso di emergenza, sia pronto ad attivarsi immediatamente, 24 ore su 24°, compresi i giorni festivi, secondo piani prestabiliti? Perché non coinvolgere in una simile organizzazione anche molti pensionati delle Forze Armate e di Polizia, (ma non solo!) che, avendo maturato delle esperienze professionali significative, potrebbero validamente collaborare senza chiedere alcun compenso e gratificati solo da fare qualcosa di utile per la città?

A questo punto, mi chiedo, la colpa di tutto ciò che accade oggi , può, onestamente, essere imputata a Letta che è li da 6 mesi, o , invece, a tutti quelli che lo hanno preceduto , che ci hanno promesso di riformare Stato, regioni e comuni e, invece, hanno lasciato tutto come era prima e che, così hanno , anzi, consentito che le situazioni negative si incancrenissero e deteriorassero sempre più?…. Può essere imputata a noi stessi, che ci siamo persi in chiacchiere e polemiche faziose, piuttosto che cercare concreti punti di accordo? Le regioni e i comuni, poi, sono dei candidi innocenti o, per tutto, ciò hanno anche loro delle grosse responsabilità in tutte queste tragedie? Non sta me fare inchieste giudiziarie e non ce l’ho con i governatori o con i sindaci attualmente in carica, che probabilmente, come capri espiatori, si vedranno piover sul collo qualche “avviso di garanzia”, magari per aver frainteso un bollettino meteo poco chiaro. Ce l’ho con tutto un sistema che non va e che andrebbe riformato radicalmente!

Certo è che per fare una simile, radicale, riforma non servono i politicanti che pensano alle future elezioni, ma statisti che pensano alle future generazioni. Beninteso, questa frase non è mia, ma di De Gasperi. Tutto ciò premesso e considerato per questo disastro, per tutti quelli che lo hanno preceduto, e, temo, per quelli che ancora accadranno, in Sardegna e in ogni altra parte d ‘Italia dico: chi è senza peccato scagli la prima pietra…. e se la scaglia avendo dei peccati, gli auguro che la pietra gli cada in testa…

25 Novembre 2013