Via al percorso della nuove zone franche in Sardegna
La Giunta regionale ha dato questa mattina il via libera al procedimento per l’attivazione delle zone franche con natura doganale in diverse aree della Sardegna. L'obiettivo è superare la crisi economica rafforzando le condizioni per agevolare lo sviluppo, potenziare le imprese che già operano nell'isola e attirare nuovi investimenti.
L’obiettivo è superare la crisi economica rafforzando le condizioni per agevolare lo sviluppo, potenziare le imprese che già operano in Sardegna e attirare nuovi investimenti. La Giunta regionale, su proposta del presidente Francesco Pigliaru, ha dato questa mattina il via libera al procedimento per l’attivazione delle zone franche con natura doganale in diverse aree della Sardegna. La delibera approvata, in esecuzione dello Statuto di Autonomia e del decreto legislativo 75 del 1998, riguarda l’inquadramento generale per l’istituzione di zone franche franchi, legittimamente definite all’interno della normativa statutaria ed europea. Si tratta di una delibera quadro, che offre gli strumenti per il coordinamento complessivo delle zone franche doganali, considerate come strumento di politica economica. Le zone franche verranno ora istituite su iniziativa dei territori interessati, in base a piani di sviluppo territoriali, che dovranno prevedere la sostenibilità economica dell’intervento.
Si parte con Olbia e Sulcis. Sulla scorta di quanto previsto dalla delibera quadro, la Giunta ha poi approvato due proposte coerenti con il percorso definito che riguardano le zone franche non intercluse proposte dal Comune di Olbia e, per l’area di Portovesme, Seruci, Sant’Antioco, definita nell’ambito della strategia del Piano Sulcis. Le delibere approvate oggi saranno ora inviate alla competente Commissione del Consiglio regionale per il parere di merito per tornare a breve in Giunta per l’approvazione definitiva. Ultimo passo sarà l’istituzione vera e propria delle zone franche, prevista con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“Abbiamo messo ordine in una vicenda che fino ad oggi aveva goduto più delle attenzioni della propaganda che delle cure della Pubblica Amministrazione – dice il presidente Francesco Pigliaru -. Una possibilità delineata dallo Statuto e mai attuata, rafforzata da un decreto legislativo nel lontano 1998, ha finalmente oggi un percorso attuativo chiaro e ben delineato per tutte le amministrazioni locali che vorranno concretizzarlo. Olbia e Portovesme, dal canto loro, possono proseguire nell’itinerario già intrapreso. La Giunta ha fatto il suo dovere e compiuto un significativo passo in avanti nell’esercizio pieno, da parte dei Sardi, delle possibilità che già oggi gli ordinamenti statali e europei riconoscono loro”.
La Giunta, fermo restando l’imprescindibile rispetto dei vincoli di bilancio, è impegnata nell’esame e nello studio di tutti gli strumenti di rilievo fiscale, anche quelli non aventi carattere doganale, per la verifica della loro effettiva realizzabilità e per la ricerca della configurabilità giuridica più idonea ad innescare un processo di sviluppo nell’Isola. Per avere più peso nell’Unione Europea e nei rispettivi Stati, e per accrescere le possibilità di creare una zona a fiscalità di vantaggio intesa come misura compensativa dello stato di insularità, la Giunta regionale sta valutando l’ipotesi di costituzione di una macroregione, composta da Sardegna, Corsica e Baleari, accomunata da problemi e svantaggi economici e strutturali simili.