“Sul bando ‘Lav…Ora’ la Regione non ha commesso alcun atto illegittimo
“Sul bando “Lav…Ora” la Regione non ha commesso alcun atto illegittimo. Anzi, con il decreto dello scorso 17 gennaio si è deciso di nominare un commissario ad acta per la revoca e la riprogrammazione delle risorse con il fine di ampliare il numero e le categorie dei destinatari dei finanziamenti. Questo per coinvolgere diversi soggetti rappresentativi del tessuto economico e sociale dei territori, come del resto chiesto anche dall’Autorità di gestione del Por Fse 2007/2013 e specificato nelle linee guida della Commissione europea, a garanzia del pubblico interesse. Il nuovo bando sul quale l’assessorato lavorerà rispetterà questi due principi sui quali era carente il primo: allargamento dei soggetti beneficiari e messa al sicuro di tutti i fondi Ue “. Lo specifica l’assessore regionale della Sanità e delle Politiche sociali Simona De Francisci, intervenendo sulla vicenda del bando per i progetti di inclusione sociale soggetti svantaggiati attraverso esperienze formative professionalizzanti in imprese.
“Si vuole proporre un metodo – sottolinea l’assessore – che allarghi la platea di utenti e l’unico modo per farlo è permettere al maggior numero di soggetti possibile di partecipare, anche con idee innovative e proposte diverse, e finanziare progetti che si prendano cura delle persone svantaggiate con una presa in carico professionale e ritagliata sugli specifici bisogni. Occorre trasformare una persona da utente passivo dei servizi sociali, totalmente a carico della collettività, a protagonista attivo, e per rendere questo possibile è necessario mettere in campo azioni diverse, integrate tra loro, che tengano conto anche dell’esperienza accumulata negli anni dai tanti operatori del privato sociale e della capacità di analisi dei fenomeni dei dipartimenti delle Università”.
Sull’opportunità di allargare il novero dei beneficiari dell’iniziativa si è espressa anche l’Autorità d gestione del Por Fse 2007/2013 che ha evidenziato che il coinvolgimento di diversi soggetti rappresentativi del tessuto economico e sociale dei territori coinvolti nell’attuazione dell’avviso risulta conforme ai principi dell’Asse III e più in generale del FSE che prevedono un forte coinvolgimento del partenariato economico e sociale nell’individuazione delle azioni e, entro certi limiti, nella loro attuazione. Anche la programmazione 2014-2020 prevede un accento sulla programmazione integrata a livello territoriale, sempre col ricorso a partenariati articolati e rappresentativi. Per quanto riguarda il rilievo mosso nella mozione 240 sulla presunta conformità del bando agli indirizzi strategici definiti dall’assessore nel febbraio 2012, De Francisci fa notare come questi fossero stati integrati nei mesi successivi per ampliare i soggetti destinatari dei finanziamenti. Nonostante ciò, il bando ha continuato a rivolgersi unicamente agli enti gestori dei piani locali unitari dei servizi alla persona (i Plus, che già possono contare su 30 milioni di euro di risorse), in difformità alle direttive impartite per un più rapido ed efficiente utilizzo delle risorse comunitarie. L’Autorità di gestione aveva più volte segnalato come la volontà di ampliare i destinatari e includere enti pubblici e privati, Università, organizzazioni e cooperative del privato sociale, associazioni e fondazioni di promozione sociale, associazioni datoriali e di categoria, fosse opportuna e doverosa per il miglior raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla Comunità europea. Fatto confermato anche dai principi dell’Asse 2 del Fse che prevedono un forte coinvolgimento del partenariato economico e sociale nell’individuazione delle azioni.
La stessa Autorità di gestione ha evidenziato, tra l’altro, una grave irregolarità nella procedura di pubblicazione del bando considerato che il 27 dicembre scorso, successivamente all’acquisizione del parere di conformità, il bando è stato modificato dalla direzione generale delle Politiche sociali senza essere sottoposto a nuova valutazione di conformità.Sono stati riscontrati inoltre altri aspetti di irregolarità del bando tra cui il mancato coinvolgimento di diversi soggetti. Tanto è vero che sono state diverse le manifestazioni di disapprovazione espresse da Comuni, Associazioni, Unione delle Province sarde, Università e cooperative sociali, anche rispetto alle prescrizioni in materia di lavoro e alla riforma regionale dei servizi per l’impiego, in particolare alle norme sull’avviamento al lavoro delle persone svantaggiate. È stato osservato, tra l’altro, che il bando manifestava un’evidente sottovalutazione delle procedure di avviamento al lavoro delle persone svantaggiate realizzate dai Servizi pubblici per l’impiego; una scelta che rendeva di fatto il bando di difficile, se non impossibile, attuazione.