Emanuele Sara presenta il suo nuovo album
Dallo Studio 33 di Ossi alle Playlist internazionali: il disco “Lo so che tu lo sai” è un viaggio artistico tra identità e passioni

E’ disponibile sulle piattaforme digitali, Youtube e Spotify e sui canali Social media, il nuovo album di Emanuele Sara “Lo so che tu lo sai”. Un album che lo veste alla perfezione, una mappa emotiva tracciata con la sapienza del cantastorie e l’audacia del ricercatore sonoro. Perché è riuscito a sposare la tecnica senza essere troppo accademico con il vissuto di un poeta, che vive come canta e canta come vive. Un artista completo, nato a Sassari, classe 1986, che dalle radici ha costruito ponti sui quali viaggia la sua musica. Una musica dove ogni nota ha un anima, come lui stesso racconta, definendolo l’album della maturazione e della consapevolezza. Perché se la formazione ha lasciato tracce indelebili in questo viaggio sonoro, è la sua forza generatrice che fa la differenza: è un album puro, che si ascolta con attenzione. Dove la musicalità è figlia di identità sonore isolane che abbracciano l’elettronica, le fonde con un effetto sorprendente: sorprende per la sua capacità di essere profondo e universalmente comprensibile. Le tracce in lingua madre (“Bella mama”, “Anninnia”) non sono folkloristiche citazioni, ma linfa vitale che alimenta un discorso contemporaneo. L’elettronica non è orpello, ma linguaggio espressivo che amplifica emozioni che lui riesce a trasmettere nota dopo nota, ad ogni strofa, in ogni pausa.
Il titolo del disco “Lo so che tu lo sai” è l’ultima frase dell’ultima canzone “Accarezzami”, in ordine di tracklist. “Ho scelto questo titolo, spiega Sara, perché credo che ogni persona possiede in dotazione un sensore istintivo a livello inconscio che riesce a riconoscere la verità di tutto ciò che ascolta e vive, anche se per convenzione o semplicemente per la freneticità dello stile di vita, e resta in stand by. A volte questo modo di vivere causa sofferenze e fraintendimenti, anche per tutta la vita. E’ il filo conduttore che ti avvicina o ti allontana dagli altri.” Una canzone “Accarezzami”, dedicata alla madre, che il cantautore le ha fatto ascoltare, per la prima volta, il giorno di natale del 2024. Un regalo per colei che lo ha amato e cresciuto con amore e sacrifici, e che attraversa con coraggio un momento difficile. Lo stesso amore viscerale per la maternità, diventa quasi una preghiera in “Bella mama”, una dedica toccante alla madre terra, la Sardegna, ma che in generale diventa un inno alla femminilità. Una musica che, confessa l’autore, potrebbe raggiungere l’apice della sua forza se cantata in coro.
Dodici canzoni, la prima, che apre le danze è intitolata proprio “Ouverture”; la più elettronica, come sound, una trama che parte e si trasforma, richiama l’armonia di una canzone universale in limba: “No potho reposare”, melodica e dolce in ogni frammento musicale. E’ una musica da ascoltare attentamente, con una connessione intima profonda. Mentre ci sono brani che invitano alla leggerezza, un cambio di passo indispensabile per ricordare che anche la profondità necessita di ritmi un po’ più spensierati. “Brucio” ad esempio è una delle canzoni più radiofoniche, spensierate, che si ascoltano con più leggerezza appunto. Emanuele Sara ha combattuto fin da piccolo con l’arroganza di chi sentenziava: “Dove vuoi andare, non ce la farai mai”. Un monito che arrivava forse per proteggerlo dalle illusioni, che una vita di periferia alimenta e che la realtà avrebbe distrutto in un istante. Invece, e in questo le radici sarde lo hanno aiutato, ha voluto battere il chiodo, battendo anche se stesso e le sue insicurezze, sputando in faccia quei versi così emozionanti, e vivi, che narrano di lacrime ma anche di passioni fortissime. Nell’ “Ultimo ballo” ad esempio l’artista racconta l’amore di un padre che chiede perdono alla propria figlia, nel momento del ballo, l’ultimo ballo che da tradizione è il momento in cui un padre concede la propria figlia in sposa. E sempre il rapporto tra padre e figlio è il filo conduttore che riappare in “Non mollare mai” , in cui è chiaro il messaggio paterno di credere in tutto quello che si fa.
“Questo disco segna il momento della mia maturazione artistica, che non arriva solo dalla formazione ma dalla consapevolezza- spiega Emanuele Sara. E’ il frutto di un percorso, una gestazione lunga. Quando sono partito per questo viaggio musicale, ho messo a frutto tantissimi insegnamenti, c’è il supporto di Luigi Frassetto in alcuni brani, la mia maturazione vocale grazie a Pina Muroni e Enrica Virdis che ho potuto conoscere frequentando i corsi della Scuola Civica di Musica “Ischelios”. Ci sono gli ultimi anni di conservatorio, i docenti di musica elettronica ad indirizzo compositivo Massimo Satta, Giuseppe Barbera, Giuseppe Anastasi e tutti i docenti dei corsi “Autori, compositori e Produttori di musica pop” al Cet di Mogol, così come il percorso formativo altamente specializzato che ho potuto frequentare grazie al regista Gianfranco Cabiddu e il suo progetto didattico “Campus-Musica e suono per cinema e audiovisivi”, all’interno dei reparti di Composizione di Musica per Film alla Fondazione Centro sperimentale di Cinematografia nel 2023 a Roma. La mia è una maturazione artistica coincisa con la mia voglia di scrivere il nuovo album, prodotto, scritto e arrangiato da me. In “Lo so che tu lo sai”, ci sono io, nel viaggio della vita, con un bagaglio di emozioni, in cui riconoscersi e identificarsi”.
Tra hit e poesia: singoli “Come brilli tu” e “La mia medicina” hanno già dimostrato come Sara sappia coniugare immediatezza melodica e profondità. Ma è nell’ascolto completo che l’album rivela la sua vera natura: un affresco sonoro dove l’intimità di un pianoforte (“Accarezzami”) convive con ritmiche pulsanti (“Brucio”), dove la malinconia (“Le tue mani”) si trasforma in resilienza (“Non mollare mai”).