Morto Dario Fo, il premio Nobel per la letteratura aveva 90 anni

È morto Dario Fo, il premio Nobel per la letteratura si è spento all'età di 90 anni

È morto Dario Fo, il premio Nobel per la letteratura si è spento a Milano all’età di 90 anni e sette mesi per problemi polmonari che già lo avevano colpito da tempo. Lo scrittore e drammaturgo infatti era stato ricoverato circa dodici giorni fa all’ospedale Sacco del capoluogo lombardo dove però nonostante le cure si è spento poche ore fa. Pochi mesi fa, nel marzo scorso, aveva compiuto il suo novantesimo compleanno, in occasione del quale era uscito in libreria “Dario e Dio”, un libro a cura di Giuseppina Manin in cui l’artista italiano avviava un colloquio paradossale, gioioso e ironico tra l’anziano Maestro e Dio, dalla nascita dell’uomo alla morte, il tutto con un unico filo conduttore: l’amore per la vita.

Figlio di un capostazione e nato il 24 marzo del 1926 a Sangiano, piccolo paesino del lago Maggiore in provincia di Varese, nel corso della sua vita Dario Fo è diventato uno dei principali artisti della scena teatrale italiana e non solo. Era diventato drammaturgo, attore, regista, scrittore, autore, illustratore, pittore, scenografo ma anche molto altro tanto da trovare difficile etichettargli un’arte specifica. Un impegno costante che lo ha portato anche diventare un attivista politico e a intraprendere campagne civili. Un percorso personale e culturale portato avanti per lungo tempo con l’amata moglie Franca Rame. Un sodalizio familiare e professionale durato tutto una vita e concluso solo con la scomparsa di Franca nel maggio di tre anni fa.

“Lei è sempre accanto a me, ogni volta che non so come trarmi di impaccio, la chiamo e mi risponde” aveva riferito pochi mesi fa. Insieme avevano debuttano in tv nella scandalosa Canzonissima del ‘62 che gli costò la messa al bando per 14 anni dalla Rai, poi era arrivato il grande successo di Mistero Buffo, l’opera teatrale dove Dario Fo raccontava tra sberleffi e commozione, le storie della Bibbia e dei Vangeli con una miscela di linguaggi nuovi che gli valse ‘appellativo da lui amato di giullare che si fa beffe del potere. Un successo che è proseguito nel tempo facendolo diventare uno degli intellettuali più amati d’Italia e del mondo. Un apprezzamento e una popolarità confermata dalla consegna del premio Nobel per la letteratura da parte dell’Accademia nel 1997. “Ho avuto una vita esageratamente fortunata”, aveva detto in un delle ultime interviste, spiegando: “Non temo la morte ma neanche la corteggio, il mio motto è far ridere! Se hai campato bene è la giusta conclusione della vita”.

Tratto da www.fanpage.it ©

13 Ottobre 2016