Taxi in notturna all’aeroporto il 26 giugno: “La signora ha lamentato disservizi inesistenti”

In riferimento all’articolo da noi riportato del 26 Giugno, riguardo l’esperienza di una signora con il figlio al seguito sbarcata all’aeroporto di Alghero in nottata che lamentava il disservizio dei mezzi pubblici per arrivare ad Alghero, compresi i taxi,  è intervenuto il tassista che quella notte ha lavorato all’aereoporto e ha riportato la sua versione dei fatti.

“Era la notte del 24 giugno, ore 00:15 atterra il volo da Bergamo, in ritardo. Autobus per Alghero e Bosa già andati via. Eravamo in sette-otto taxi. Arrivato il mio turno (terzultimo in fila) la signora in questione mi si avvicina e mi chiede: Quanto ci ‘spenna’ per andare a Bosa? Faccio finta di non aver capito, per evitare nervosismi inutili e le dico il prezzo. Si allontana e io carico un cliente per Fertilia. Tempo 10 minuti ero di nuovo in Aeroporto. Non ero io in prima fila. Avevo un collega a cui spettava la corsa. Comunque all’ una di notte eravamo in 5 taxi. Non essendoci più niente, gli ultimi tre vanno via lasciando me ed il mio collega a verificare se ci fosse ancora qualcuno che avesse bisogno del taxi. Mi riavvicino alle due signore e converso con loro per una ventina di minuti. Mi racconta di essere una poliziotta. Di avere il padre a Bosa invalido per cui sapendo che c’era l’autobus non l’aveva fatto venire a prenderla. Fra una lamentela e l’altra per i pochi servizi esistenti in Sardegna, il mio collega le propone un ulteriore sconto di 10 euro. Ma un momento sembrava si fossero convinte, un momento dopo cambiavano idea. Non volevano spendere. All’una e mezza io le dico: Signora noi dobbiamo andare a dormire, cosa volete fare? Non decidendosi io vado via ma dico al collega di provare ad aspettare ancora 5 minuti. Morale della favola: all’ una e 45 l’ ultimo tassista lascia l aeroporto. Le signore hanno avuto ben un’ ora e 25 minuti per decidersi. Dire che non ci fossero taxi é una cattiveria bella e buona, avendole concesso 35 minuti solo per decidersi dal momento in cui l’aeroporto era diventato un deserto”.