Rilancio economia sarda, Lai (PD): «al Governo chiediamo impegni puntuali»

Il senatore del PD Silvio Lai commenta l’approvazione in senato delle mozioni dedicate alla crisi economica e sociale della Sardegna

«La Sardegna chiede di essere trattata come le altre regioni, niente di più ma anche niente di meno. Pretendiamo correttezza dallo Stato e dunque cittadini e imprese sarde devono veder loro riconosciuto il costo sostenuto a causa dell’insularità». Lo afferma il senatore del PD Silvio Lai subito dopo l’approvazione in senato delle mozioni dedicate alla crisi economica e sociale della nostra isola tra cui quella del Pd, firmata anche dal capogruppo Luigi Zanda.

«La soddisfazione è soprattutto per il parere favorevole dell’aula al dispositivo presentato dal Partito Democratico che indica impegni precisi che il governo ora è chiamato a rispettare. L’insularità produrrà un ritardo nei tempi in cui la Sardegna aggancerà la ripresa, lo dimostrano i dati sui fondamentali indicatori economici. E ogni anno di ritardo sono costi umani e sociali che vanno affrontati non con singole iniziative ma con una strategia d’insieme, con il governo che deve accompagnare la Giunta Regionale e non rallentarla con risposte troppo lente o inesistenti da anni. Siamo una regione responsabile – ha detto ancora Lai – tra le prime quando ci sono da fare riforme e da essere rigorosi».

«Siamo la prima regione a statuto speciale che ha ridotto i costi della politica, anche diminuendo il numero dei consiglieri regionali, ma siamo anche la prima ad aver scelto il bilancio armonizzato, mentre le altre arriveranno a questo risultato nel 2017. Per questo motivo – prosegue il senatore sardo del PD – abbiamo chiesto dal governo cose puntuali. Non abbiamo fatto un inutile elenco di lamentazioni e tanto meno abbiamo chiesto impegni generici. Per il metano c’è l’impegno di istituire un tavolo tecnico con Snam e Mise che dica i costi della metanizzazione e, se non la si fa, si devono dire i costi per i sardi della mancata metanizzazione».

Poi, in merito alla continuità territoriale: «non deve essere pagata dalla Sardegna ma dallo stato, – dice Lai – così come dispone la legge approvata nel 1998 e che ora è diventata lettera morta. E ancora, risolvere i problemi infrastrutturali che non consentono di avere un’adeguata continuità territoriale interna vanno affrontati con un accordo di programma di medio e lungo termine, così come va evitata la possibile concentrazione sui trasporti marittimi». Sulle servitù militari: «non accettabile che si prosegua con un modello in cui mettiamo il 60% dei territori per avere il 2% dei costi per la difesa».

Per quanto concerne invece i rapporti con lo Stato – secondo Lai – è opportuno «chiudere subito il confronto sull’applicazione dell’articolo 8 dello Statuto e riconoscere il debito pregresso come richiesto dalla giunta regionale». Poi ci sono le questioni economiche: «é da affrontare da subito la situazione delle tre aree industriali in crisi e valutare nell’insieme una strategia produttiva anche con l’istituzione di aree di crisi complesse, ed energetica. Un’attenzione particolare poi al rilancio del nostro settore agroalimentare, sia per quanto riguarda il patrimonio ovino che é escluso dal fondo di rilancio previsto per il latte bovino, che per il settore ittico che vede la Sardegna esclusa dalle nuove quote della pesca del tonno, con danni milionari».

«Ci sono inoltre alcune emergenze pregresse che devono essere affrontate e risolte subito» – continua l’esponente del Partito Democratico. «Ci riferiamo ai 43 mila lavoratori sardi che attendono ancora la cassa integrazione in deroga per il 2014. La nostra richiesta precisa al Governo è che venga adottata una delibera dal Cipe che assegni alla Regione i soldi dei fondi sociali europei per la copertura dei costi della CIG. Al governo abbiamo chiesto che venga chiusa la vicenda del mancato svolgimento del G8 a la Maddalena con la conclusione delle bonifiche marine e di superficie ma anche con il subentro della Regione nelle proprietà ancora in capo alla protezione civile».

«Infine chiediamo la ridiscussione del piano carcerario che prevede troppi detenuti con il regime del 41 bis in arrivo in Sardegna quando la nostra regione dovrebbe sopportarne non più di 50, senza un piano di sicurezza e di prevenzione condiviso. In questo ultimo anno – ha concluso Lai – è successo qualcosa di meglio nei rapporti tra lo Stato e la Sardegna. Su queste richieste la Regione è pronta a fare la sua parte, come ha fatto in questi mesi, il parlamento sta facendo la sua parte approvando queste mozioni. Sono convinto che anche il governo farà la propria parte mantenendo gli impegni assunti con questa mozione. Noi lo verificheremo.»

Redazione, 6 Maggio 2015