Sassari, Serra (AFI): «Inquinamento e furti, chiudere il campo rom»

«In questi mesi - afferma il presidente di Alternativa Futura per l'Italia - abbiamo assistito ad un'escalation di atti vandalici senza precedenti ­ incalza Serra ­, tra il menefreghismo delle istituzioni e l'impotenza delle Forze dell'Ordine».

«Il campo nomadi di Piandanna costituisce un pericolo per la salute e l’incolumità dei sassaresi. Per questo riteniamo opportuno chiudere tale insediamento e rimandare i nomadi a casa loro». E’ la posizione del movimento Alternativa Futura per l’Italia, attraverso le parole del presidente, Pietro Serra.

«In questi mesi – afferma Serra – abbiamo assistito ad un’escalation di atti vandalici senza precedenti ­ incalza Serra ­, tra il menefreghismo delle istituzioni e l’impotenza delle Forze dell’Ordine. In un Paese civile i campi rom come quello di Sassari verrebbero smantellati e i delinquenti che rubano o appiccano rifiuti tossici arrestati. Così come l’amministrazione avrebbe avviato un’immediata opera di bonifica volta alla tutela della salute dei cittadini. Questo invece non è avvenuto. Al contrario si continua a lasciar aperto un campo che nel dicembre scorso ha reso insalubre l’aria con roghi di carta, cartone, cavi di gomma e plastica, indumenti e mobili usati, coinvolgendo in maniera particolare i reparti di Neonatologia e Terapia intensiva. In quel caso vi furono addirittura 13 arresti».

«Il nostro appello, sottoscritto da diverse centinaia di sassaresi, è che il campo venga chiuso e i nomadi rimandati nel loro luogo d’origine. Chiediamo altresì che l’amministrazione si occupi prima dei sassaresi e poi degli extracomunitari. Perché, ad esempio, –  prosegue Serra –  dopo l’incendio è stata allestita in gran fretta una tenda da dodici posti sino al ripristino della struttura, mentre ancora non si trovano soluzioni per i sassaresi che hanno difficoltà?».

«Confidiamo nel buon senso del primo cittadino che lo scorso anno ha promesso entro il 2016 la chiusura del campo ­ – conclude il leader dell’AFI  -così come richiedono le normative europee. Siamo sicuri che a tutto ciò non verrà meno e che fornisca pubblicamente i dettagli, qualora non volesse rispedirli indietro, sulle soluzioni abitative per gli abitanti del campo che ancora oggi non sono state definite».

8 Marzo 2016