Sanità, Silvia Doneddu sta con gli enti locali: «Non c’è solo il bilancio, pensiamo alla persona»

«La sanità non può essere gestita avendo in mente il solo obiettivo di risparmiare, la Asl sassarese e la Regione trovino le risorse necessarie per perseguire strategie e obiettivi che mettano al centro la persona». È la presa di posizione dell’esponente sassarese di Sinistra, Ecologia e Libertà, Silvia Doneddu, candidata col partito di Nichi Vendola alla Camera dei Deputati in vista delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio prossimi.

«Dall’azienda sanitaria non si sente parlare d’altro che di tagli, ridimensionamenti, accorpamenti e abolizione di servizi, soprattutto a livello periferico», è la denuncia di Silvia Doneddu. «Nella querelle tra i vertici dell’Asl e gli amministratori locali stiamo senz’altro con questi ultimi – dice a chiare lettere la dirigente di Sel – su un tema come la sanità, che interessa così direttamente la vita della comunità e dei cittadini, niente può essere imposto senza che ci sia stato prima un confronto reale».

«Giusto guardare ai bilanci e abolire ogni forma sistemica di spreco, ma la sanità locale e quella sarda in generale devono tornare a essere gestite secondo una logica che deve essere prima di tutto quella del servizio», è la riflessione con cui Silvia Doneddu indica con precisione il suo orientamento rispetto a un tema centrale per il territorio da cui proviene, che si propone di rappresentare a Roma. «In questi anni la giunta regionale ha dimostrato la sua incapacità ad ascoltare le esigenze di un territorio che versa già in grave difficoltà, la Asl non prosegua in questo stesso errore», è la posizione della politica sassarese.

«La nostra priorità rimangono le cittadine e i cittadini – aggiunge Silvia Doneddu – che nonostante i costi sostenuti dalla Regione per tenere in piedi il sistema sanitario sardo sono ancora oggi costretti a cercare oltre Tirreno quei servizi che da noi vengono a mancare».

Per una sanità più adeguata a questo obiettivo, «siamo convinti che sia necessario investire in tecnologia e risorse umane, eliminando gli elevatissimi livelli di precariato su cui si basa il funzionamento di interi reparti e intere strutture – è la conclusione – nonostante la straordinaria professionalità e la preparazione di medici che spesso, proprio come i loro pazienti, sono costretti a spostarsi fuori dalla Sardegna».

29 Gennaio 2013