Sanità algherese, il Pd incontra operatori sanitari e rappresentanti sindacali

Nella sede del PD cittadino si è tenuta ieri una assemblea aperta sulla sanità locale. All'incontro, oltre agli iscritti e dirigenti, hanno partecipato operatori sanitari e rappresentanti sindacali.

Nella sede del PD cittadino si è tenuta ieri una assemblea aperta sulla sanità locale. All’incontro, oltre agli iscritti e dirigenti, hanno partecipato operatori sanitari e rappresentanti sindacali.

Il focus dell’animata discussione era la recente proposta di riforma della sanità sarda della giunta regionale che vedrebbe un drammatico declassamento della struttura ospedaliera cittadina. 

La proposta regionale viene a seguito delle direttive nazionali derivanti dalla legge della spending review che di fatto obbliga le regioni a piani di ristrutturazione della sanità fissando i paletti per una completa revisione dell’organizzazione ospedaliera con i relativi riferimenti quali-quantitativi.

I riferimenti dati alle regioni prevedono una classificazione delle strutture ospedaliere in ordine di complessità: presidi di base, di I livello e di II livello. I presidi ospedalieri di base, ruolo a cui sarebbe destinato l’ospedale di Alghero, hanno un bacino di utenza tra 80.000 e 150.000 abitanti (tranne quelli in zone particolarmente disagiate che seguono criteri descritti al capitolo delle reti di emergenza-urgenza), sono strutture sede di Pronto soccorso con la presenza di un numero limitato di specialità ad ampia diffusione territoriale : Medicina interna,  Chirurgia generale,  Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto in rete di guardia attiva o in regime di pronta disponibilità H24 di Radiologia, Laboratorio, Emoteca. Devono essere dotati, inoltre, di letti di “Osservazione Breve Intensiva”.

Sulla  base di  questo  scenario quasi  tutte  le  specialità attualmente presenti  ad Alghero sparirebbero. Tra queste urologia e probabilmente anche ginecologia e otorinolaringoiatria. Ma anche il servizio di dialisi non  è  contemplato  in  questa  classificazione, così come la radiologia non prevedrebbe un servizio Tac , che è invece contemplato per gli ospedali  di  I  livello con  conseguente  aumento  del rischio  per  le  emergenze  e  difficoltà  nell’eseguire un  planning  operatorio  complesso. 

La  copertura ed  il supporto ospedaliero di  aree  territoriali  disagiate  quali  Villanova  ad  esempio  finirebbe col dipendere  in gran parte   da  supporti di trasporto  sanitario  piuttosto costosi  (elicotteri Es). L’assenza  di  un  supporto  potenziato  per  l’assistenza  domiciliare associato  al  declassamento   rischia,  in  assenza  di altri  servizi  sanitari,  di  congestionare  l’ospedale  territoriale  di  II livello e conseguentemente  di  favorire  trattamenti  sanitari  extra-regione. 

L’attuale proposta presenta anche criticità rispetto ad investimenti già fatti, quali il potenziamento della presenza ASL nello stabile di Via degli Orti ed eventuali ulteriori riaggiustamenti di sistema che seguirebbero in maniera consequenziale. Nella riunione si è fatta una attenta analisi dei rischi e delle opportunità correlati a tali scelte e ad una o l’altra tipologia di classificazione. 

Sentiti i pareri degli operatori e dei rappresentanti sindacali, fatta una disamina dei potenziali scenari futuri, raccolte le proposte, l’assemblea ha delegato i dirigenti e rappresentanti consiliari a riportare per i canali istituzionali e politici preposti la richiesta di revisione del piano di ristrutturazione e di una sostanziale riconsiderazione della situazione algherese, anche in virtù delle specificità territoriali e del ruolo che la struttura algherese gioca per l’hinterland.

In realtà i canali sono già stati attivati: è stato infatti confermato ieri che la questione è oggetto di attenzione specifica a livello di federazione provinciale.
Data la complessità della questione si è preferito focalizzare la discussione sugli aspetti concreti della proposta regionale. Va da sé che il futuro del sistema sanitario locale è molto più complesso e implica altri livelli di discussione sia nel merito delle questioni tecnico-sanitarie che per quel che riguarda le ripercussioni socio-economiche sul territorio. Il PD cittadino continuerà ad affrontare le varie tematiche al centro della riforma sanitaria. Continuerà a farlo, come ieri, ascoltando le persone, coinvolgendo operatori, rappresentanti e  cittadini, riportando le proposte della base attraverso i canali politici ed istituzionali perché si arrivi alla definizione di un capitolo di primaria importanza in un momento così drammatico da un punto di vista economico e sociale per il nostro territorio.

2 Settembre 2015