Riformatori: Grandi quadri a cielo aperto nel quartiere di Sant’Agostino

Proposta del coordinamento dei cittadino dei Riformatori: alcune pareti e muri del quartiere trasformati in grandi quadri a cielo aperto per ospitare opere pittoriche a tema

La recente vicenda dell’installazione dell’antenna Vodafone nella Piazzetta di Sant’Agostino, col codazzo di polemiche e proteste che ne sono conseguite, ha plasticamente messo in evidenza le contraddizioni di interventi strutturali a carico della città quando essi non sono eseguiti all’interno di un progetto capace di coniugare in armonia legittime esigenze di potenziamento della rete telefonica (nel fatto specifico) con altrettanto legittime esigenze di tutela e salvaguardia di spazi normalmente fruiti e fruibili (una piazza, nel nostro caso) come luoghi di aggregazione e socializzazione. Senza contare che spesso questi stessi interventi sono realizzati senza il necessario coinvolgimento e l’auspicabile adesione dei cittadini interessati, e quasi mai inseriti all’interno di un arredo urbano pensato e riguardato come sistema generale di qualificazione o riqualificazione della città o quartieri e/o zone vaste di essa.

Noi Riformatori, in attesa di un Piano generale dell’arredo urbano, e ovviamente adottando tutte le forme democratiche di coinvolgimento, condivisione e assenso dei cittadini interessati (ai quali fin d’ora lanciamo un vivo appello), delle Istituzioni, nonché del mondo della cultura e dell’arte ci facciamo promotori di un’idea progettuale che si propone intanto un obiettivo risarcitorio (rispetto alla posa dell’antenna nella sua piazza) ma sicuramente anche la finalità, più ambiziosa, di concorrere attivamente alla sua riqualificazione, se non addirittura di dare nuova dignità e identità al quartiere di Sant’Agostino, con presumibile e assai probabile ricaduta e valore aggiunto per l’intera città.

Stiamo pensando ad alcune pareti e muri del quartiere, scelti in base alla loro idoneità, alla loro posizione ed alla disponibilità dei proprietari, e trasformati in grandi quadri a cielo aperto per ospitare opere pittoriche a tema (tipo “Tra terra e mare”) di artisti contemporanei locali e non solo, disponibili a lasciare in città il proprio nome e la propria impronta artistica.

La realizzazione, insomma, di quelli che tecnicamente si definiscono murales, esempi dei quali possono vedersi ed ammirarsi in paesi e città di tutto il mondo, ma con presenze significative in Italia: si pensi, per citare un solo caso emblematico, a come è stata affrescata la nuova metropolitana di Napoli, diventata una vera e propria mostra d’arte muraria contemporanea e un’attrazione turistico-culturale di valore mondiale. E per venire in casa nostra, in Sardegna i murales di San Sperate, di Orgosolo, di Serramanna, di Fonni, di Tinnura, di Suni, di Palau si sono affermati nel tempo come motivo di forte attrattiva turistica, di specifici seminari di studio e, in tale contesto, San Sperate (per iniziativa di Pinuccio Scola) come luogo di un vero e proprio laboratorio a cielo aperto per le scuole d’arte, chiamate ogni anno ad un concorso per la realizzazione di nuovi murales da parte dei propri alunni, ai quali vengono messe annualmente a disposizione appositi muri e pareti su cui esprimere la propria creatività.

La valenza economico-turistica di un progetto di questo tipo appare ovvia, così come di tutta evidenza la riqualificazione urbana del quartiere che ne deriverebbe. Un esempio di fantasia amministrativa positiva, in grado di cambiare il volto di una strada, di una piazza, di un edificio attraverso un intervento improntato all’arte ed alla bellezza.

Nicola Salvio, coordinatore cittadino dei Riformatori Sardi di Alghero

27 Maggio 2015