Riflessioni sul Paes e moto ondoso
Le parole di Nadia De Santis, Coordinatrice del Paes del Comune di Alghero 2013.
“Come coordinatrice del Paes (Piano d’Azione per l’ Energia Sostenibile), presentato in Consiglio comunale il 13 febbraio 2013, per il Patto dei Sindaci, Covenant of Mayors, non posso che fare una riflessione e condividerla con i cittadini”. Inizia così la nota a firma di Nadia De Santis, Coordinatrice del Paes del Comune di Alghero 2013. “Premesso che il Paes aveva lo scopo di coinvolgere le comunità locali ad impegnarsi con adeguate iniziative per la riduzione nelle città delle emissioni di anidride carbonica, causa dei cambiamenti climatici in atto, attraverso una serie di azioni mirate e condivise, sia per la pubblica amministrazione e sia per i cittadini”.
“A seguito dell’approvazione del piano, la comunità europea forniva risorse per l’attuazione, ovviamente i comuni dovevano partecipare ai bandi per poterci accedere. Curioso è che tra le diverse azioni oltre all’adesione alle iniziative educative come M’illumino di meno, c’è anche la “Produzione di energia attraverso il moto ondoso del mare di Alghero”, idea allora ritenuta innovativa anche nelle diverse commissioni propedeutiche all’approvazione in consiglio. Ora siamo nel 2019, il tempo è gentil’uomo per una lunga riflessione, e il Parco di Porto Conte e l’Area Marina Protetta hanno presentano al Ministro un progetto internazionale denominato “Waves4water” riguardante proprio la produzione sostenibile di energia da moto ondoso, preziosa fonte di energia rinnovabile”.
“Non solo nel 2016 una ditta chiese alla capitaneria di porto di Porto Torres la concessione demaniale marittima per l’inserimento di moduli per un impianto off-shore di generazione di energia elettrica nelle acque territoriale al largo della costa del Comune di Sassari località Argentiera. Ben venga che l’idea sia stata riproposta dopo tantissimi anni, ma quello che è ancor più curioso è che un Piano così importante che era fonte di importanti risorse economiche non solo non è mai stato preso in considerazione, ma che si sono perse ingenti opportunità di lavoro, di green economy e benefici per l’ambiente”.
“Dato che la pubblica amministrazione deve essere trasparente, e dato che il piano, approvato dalla commissione europea, prevedeva ogni due anni un monitoraggio costante per verificare la sua attuazione, perché non ci novellano i dati aggiornati della BEI (Baseline Emission Inventory, che è l’ammontare delle emissioni di anidride carbonica di un territorio, correlate al consumo di energia cumulativo di tutti gli attori locali, pubblici e privati) alla luce dei pochissimi progetti realizzati? Tenere nel cassetto un piano ed i suoi progetti, non partecipare ai bandi non è cosa buona e giusta per il bene comune” – conclude De Santis.