Quanto costa investire in Italia? I dati ESMA

Esma, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, ha reso noto il suo rapporto statistico annuale sia sui costi sia sulle performance degli strumenti di investimento a disposizione degli investitori retail dell’Unione Europea.

Nel continente europeo, così come in Italia, esistono gli strumenti di investimento collettivo come i fondi, che restano la prima scelta per gli investitori, con 9.000 miliardi di masse totali. Il campione studiato da ESMA si basa su strumenti che raccolgono circa 4 miliardi di investimenti detenuti da investitori retail. Anche qui i costi restano una componente necessaria per il successo dell’investimento nel lungo termine.

ESMA ha sottolineato che i costi stessi tendono ad essere superiori per gli investitori retail, rispetto a quelli istituzionali che valgono circa il doppio. Ma tendenzialmente a livello europeo questi sono rimasti stabili negli ultimi anni, registrando un calo lieve anche con strumenti di investimento come gli ETF, che garantiscono rendimenti migliori e costi ridotti.

Sull’intero campione, se un tale investitore avesse speso 10.000 euro in un fondo, avrebbe ottenuto un rendimento lordo di 18.959 euro, con costi di circa 2.791 per un rendimento netto di 16.168 euro. Si sa che i fondi attivi sono più cari degli ETF.

Ma non solo: questi hanno strutture di costo molto complesse, tra costi in ingresso e in uscita. Ma in cambio possono garantire una migliore remunerazione del rischio: le cose stanno davvero così?

Il maggior esborso per gli investitori molto raramente si trasforma in una performance migliore: la ricerca ESMA così non fa che confermare molte cose già evidenti. Su un orizzonte temporale maggiore di tre anni, i fondi attivi non battono il benchmark dei fondi passivi al netto dei costi.

Il risultato cambia se si abbassa l’orizzonte temporale almeno a tre anni.

Questi top performer riescono a battere il benchmark ma non è una cosa scontata, perché scontato non è che l’investitore sappia selezionare questi fondi che variano di anno in anno rendendo la selezione più complessa. Quel che veramente conta per gli investitori è la evidenza che i fondi attivi tendono a sottoperformare i fondi passivi al netto dei costi su un orizzonte abbastanza lungo.

L’Italia come si posiziona?

Nella classifica ESMA gli italiani sono nella parte alta, tra coloro che pagano di più su ogni tipologia di fondo. Ciò è dovuto anche ai costi di distribuzione, particolarmente alti in Italia. Una conseguenza del suo sistema di risparmio, secondo cui il 70% degli investitori italiani pagano per investire in fondi, remunerando la filiera distributiva.

28 Maggio 2020