Patto Civico: «Posidonia spiaggiata: rifiuto o ricchezza?»

In una nota stampa, Patto Civico, associazione presieduta da Stefano Lubrano, esprime il suo punto di vista sul destino della posidonia.

Fino a poco tempo fa la posidonia spiaggiata era classificata come rifiuto speciale, e successivamente come solido urbano. Anziché essere considerata sostanza naturale la posidonia è stata considerata un rifiuto, addirittura speciale. Un elemento naturale è stato considerato come un rifiuto con costi di smaltimento praticamente improponibili. Trattandola da ingombrante rifiuto, si è imposto alla comunità algherese di “stoccare” in alcuni punti del litorale imponenti quantità di posidonia spiaggiata, quantità alimentate sempre più da un anno all’altro. Il lido di S. Giovanni e Maria Pia sono stati i punti principali di concentramento della posidonia, e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: cumuli di tonnellate di posidonia emettono odori nauseanti e favoriscono il cumulo di rifiuti che arrivano ed il decoro della città e la sua immagine turistica ne risulta danneggiata.

A questo errore, ed ai suoi effetti pesanti sulla collettività, pare si possa finalmente porre rimedio con il D.L. n.2 del 25.01.2012 che considera la posidonia come materiale il cui riutilizzo è consentito a fini agricoli (compostaggio); viene in sostanza considerata, secondo gli orientamenti della UE, come una biomassa vegetale, in questo caso di origine marina e/o lacustre. In aggiunta, segnaliamo che il Decreto ministeriale del 6.07.2012 incentiva la produzione di energia elettrica da impianti alimentati con fonti rinnovabili, qualità tipica delle biomasse, e fra queste è finalmente possibile considerare anche la posidonia spiaggiata.

Finalmente si può passare dallo status di “rifiuto” a quella di “risorsa”. Per noi questa risorsa vale oro. Oggi la posidonia spiaggiata può finalmente essere fonte di ricchezza e non più fonte di problemi, restituendo alla città le sue spiagge e consentendo attività economiche eco-compatibili. Le opportunità in tal senso sono molteplici e tutte interessanti: dal riuso in agricoltura come fertilizzante (già ampiamente usata dai nostri agricoltori per decenni) fino all’utilizzo nella bio-edilizia, ed infine ad una sua trasformazione in energia: dal biodiesel (un ottimo carburante per autotrazione) a energia termica o elettrica, quest’ultima con accesso agli incentivi statali.

Il processo che valorizza al meglio le biomasse è la Digestione Anaerobica, che provvede alla degradazione biochimica del materiale organico, in condizioni di totale assenza di ossigeno, per mezzo di batteri, enzimi o microrganismi. Il biogas prodotto è composto da metano (60%) e anidride carbonica (40%), con tracce di altre sostanze gassose. E’ un processo ecocompatibile, non inquinante per l’atmosfera. Se ben gestito, non produce odori. Può a buon diritto essere diventare protagonista di un piano ambizioso come il PAES 2020.

La Digestione Anaerobica utilizzata in modo industriale richiede investimenti consistenti. Il suo impiego deve essere quindi preceduto da un piano accurato che ne valuti le rese, e da un inventario a lungo termine delle biomasse utilizzabili. Infatti le alghe accumulate in Alghero, che qualcuno stima in almeno settemila tonnellate, da sole potrebbero fornire biomassa per un periodo di tempo forse circoscritto. Potrebbe quindi essere interessante sviluppare uno studio che consenta di comprendere quale possa essere non solo l’apporto iniziale dell’attuale quantità utile di posidonia spiaggiata ma anche di quella da considerarsi annuale; in tal senso potrebbe essere necessario l’utilizzo di fonti di biomassa complementari quali ad esempio la parte degradabile dei rifiuti solidi urbani ed anche gli scarti agricoli e degli allevamenti.

La vocazione agricola di vaste zone dell’Agro, e la prospettiva, ormai realistica, dello sfruttamento di Surigheddu e Mamuntanas potrebbero giustificare da sole la convenienza economica della Digestione Anaerobica. Tuttavia, senza attendere questo progetto, si potrebbe procedere da subito a liberare le spiagge noleggiando Digestori mobili per il tempo necessario consentendo cosi’ una sorta di realistica sperimentazione in Alghero della Digestione Anaerobica. E anche la qualificazione del personale operativo necessaria per i progetti successivi. Nello stesso tempo l’energia chimica delle alghe, trasformata in energia elettrica incentivata, potrebbe coprire le spese immediate.

Ugo Picciafuoco, ingegnere informatico, componente direttivo di Patto Civico Alghero.

17 Febbraio 2015