Orrù, riforma sanitaria: “La proposta del centro sinistra aumenta i costi sulle spalle dei cittadini”

Il vicepresidente della commissioni sanità Orrù critica la proposta della riforma sanitaria del centro sinistra che invece di ridurre gli sprechi, afferma nel comunicato stampa, ne genera altri e i costi sono sobbarcati sui cittadini

La proposta di legge che stiamo discutendo presso la commissione sanità del Consiglio Regionale, a detta dei proponenti, nasce dalla necessita’ di profondi interventi sul sistema sanitario, interventi legati alla normativa nazionale in materia. al fine di ridurre gli sprechi. In verità si tratta di una riforma che genera nuovi sprechi e un aumento della spesa pubblica. Sono invece convinto che l’urgenza e la fretta siano invece dettate dall’esigenza interna alla maggioranza di centrosinistra di effettuare in anticipo la sostituzione delle dirigenze in carica. La riduzione degli sprechi, infatti, non si ottiene di certo con l’istituzione di nuovi centro di spesa come la nuova Areu, un’ulteriore costo gravante sulle spalle dei cittadini sardi. E di sicuro il taglio degli sprechi nn si ottiene attraverso la realizzazione sul territorio delle case della salute o degli ospedali di comunità. Si tratta di scelte che genererann nuovi costi. Dove veranno costruiti? chi li gestirà? chi pagherà? L’ipotesi messa in campo dalla maggioranza relativamente a tali ospedali di comunita’ non fornisce chiarimenti circa le spese e i costi. Saranno centri che prevedono il ricovero di quei pazienti ospedalieri che hanno bisogno di un periodo di riabilitazione alla malattia piu’ lungo ma non è assolutamente chiaro se il paziente sia soggetto o meno alla compartecipazione della spesa. Chi pagherà pertato il ricovero in queste strutture? Nessuna indicazione inoltre circa la collocazione nei diversi territori di nuovi posti letto. Piuttosto mi pare si vogliano creare nuove strutture destinate alla lungodegenza e alle patologie croniche degli anziani prospettando in realtà una pesantissima riduzione dei posti letto, un vero e proprio smantellamento dei reparti di medicina per malati acuti riconvertendoli in piccoli reparti di lungodegenza che senza la medicina la lungodegenza non avrebbero alcun senso perche’ diventerebbero delle semplici case di riposo per anziani. Credo che attraverso questa sgangherata proposta di legge, confusa e poco chiara circa la copertura finanziaria, si vogliano aumentare le spese a carico dei cittadini e tagliare i servizi sanitari sulla scia di quanto già successo non appena si e’ insediata la giunta Pigliaru che ha manifestato subito la volonta di sopprimere negli ospedali di Ittiri e di Thiesi un servizio essenziale come la guardia medica o, come successo a Valledoria dove è stato soppresso il locale servizio di pediatria, decisioni che hanno comportato nuovi costi e sacrifici per le famiglie e i cittadini. Nella proposta non si parla di un miglioramento dei servizi per i cittadini, non si parla di riduzione delle ore di attesa nei Pronto soccorso, oppure delle attese che durano mesi per le prenotazioni di una tac o altre prestazione sanitarie a carattere specialistico costringendo i cittadini a rivolgersi presso strutture private a pagamento. Sono convinto che ogni ipotesi di riforma del sistema sanitario non possa e non debba basarsi sui soli numeri e che invece occorra tener conto delle esigenze primarie e specifiche di ogni territorio della Sardegna a cui andrà garantito un adeguato livello di servizio e tutela della salute. Per poter far questo occorre mettere in campo una efficace attività di ascolto dei territori in primis sentendo i direttori generali, convocando e ascoltando i sindaci che sono i portavoce più vicini alle istanze dei cittadini e dunque dei pazienti che chiedono maggior servizi. E’ quindi auspicabile un nuovo disegno della giunta che superi l’attuale proposta anziche’ affrettare i tempi per ipotesi di riforma che celano solo la volontà di anticipare il cambio ai vertici delle Asl. La maggioranza ha piena facolta’ di governare ma non e’ giusto che per far quadrare i conti “politici” debbano rimetterci i cittadini

red, 21 Agosto 2014