@ll-inn, botte e risposte

La polemica ha avuto inizio con le accuse lanciate dall’ex Sindaco Tedde alla giunta Lubrano, rea di non aver deliberato la partecipazione al bando per i finanziamenti ai centri di assistenza informatica. Repentina la risposta dell’amministrazione: “Alghero non può usufruire dell’iniziativa perchè ne ha già usufruito partecipando all’apposito bando Capsda (ora @ll-inn) di circa cinque anni fa”. A quest’ultima precisazione si e’ andata ad aggiungere la contro replica del Capogruppo del Pdl algherese che ha sottolineato, carte alla mano, la presentazione in ritardo, da parte dell’attuale amministrazione, della domanda di partecipazione alla gara di assegnazione delle 336 postazioni residuanti.

Ora la diatriba si arricchisce di un nuovo capitolo. Riportiamo di seguito le ulteriori precisazioni da parte dell’amministrazione comunale:

Il consigliere Marco Tedde persevera ancora con scarsa precisione sul progetto @all-in e omette passaggi fondamentali sulla vicenda che ha avuto inizio nel 2006 sotto la sua gestione. La volontà di fornire dettagliata prova dei fatti è un invito all’Amministrazione a recedere dall’intenzione di stendere un velo pietoso sull’accaduto e ad essere ancora più precisa di quanto egli non lo sia stato. La giunta Tedde, come è noto, nel 2006 ha beneficiato inconsapevolmente delle postazioni informatiche nella Biblioteca comunale con il progetto  CAPSDA trasmigrato in seguito nella nuova rete @ll-in.

La Regione Sardegna, tre anni più tardi, il 3 Luglio 2009, con determinazione 476 dell’Assessorato agli Affari Generali, ha pubblicato il bando appositamente dedicato ai Comuni che si erano già dotati del progetto Capsda nel 2006. Il bando parlava chiaro: “il progetto @ll-in mira a realizzare ulteriori centri di accesso su tutto il territorio regionale e a potenziare i centri Capsda già realizzati”. Era quindi un invito diretto, specifico, al Comune di Alghero ad approfittare dell’opportunità. Ebbene, l’Amministrazione di allora non colse questa straordinaria opportunità. Non c’è traccia della partecipazione al bando.

La cosa è a dir poco sconcertante perché la Regione Sardegna, dopo aver ammesso i primi 79 Comuni, pubblicò un’ulteriore bando, con determinazione 904 del 16/9/2010, per recuperare altri 79 Comuni o enti che furono esclusi nella prima fase. L’opportunità era quindi unica, anche per chi avesse spedito la documentazione in ritardo o incompleta. Insomma, l’Assessorato agli Affari Generali della Regione inseguiva i Comuni fin sotto casa per mettere a disposizione le risorse per potenziare i centri già beneficiari del primo progetto Capsda.

L’unico Comune che non si accorse di questa imperdibile  occasione  era purtroppo il Comune di Alghero. E dire che il bando spiegava chiaramente che “la rete territoriale di  centri di accesso pubblico intende valorizzare la capacità di aggregazione e socializzazione dei soggetti pubblici e privati che nella loro attività coinvolgono in maniera particolare i ceti sociali meno abbienti ed i soggetti più esposti al divario sociale digitale, culturale, generazionale e di genere”.

E’ quindi chiaro quale sia, alla luce della lettura precisa dei fatti, la conclusione da trarre. Per quanto riguarda la presunta mancata opportunità rappresentata dal bando pubblicato  a Settembre e dedicato ai Comuni non ancora dotati del progetto Capsda, quindi rivolto ad altri Comuni ancora sprovvisti di postazioni, l’Amministrazione ha fatto diligentemente il suo compito, consapevole del fatto che il treno utile è purtroppo già passato nel 2009.

25 Gennaio 2013