L’alluvione mette in ginocchio le aziende agricole della Gallura

Per evitare nuove catastrofi, la Coldiretti chiede alle istituzioni locali di rivedere il sistema di tutela e salvaguardia del territorio

Campi devastati, viabilità rurale compromessa e muretti a secco spazzati via dalla furia dell’acqua. Dopo aver passato l’estate a lottare contro uno stato di siccità senza precedenti, da venerdì mattina le aziende agricole della Gallura sono in ginocchio a causa dell’alluvione.

La lista dei disagi è lunga e dopo aver fatto la conta dei danni, dopo aver messo in sicurezza i campi e dopo aver radunato il bestiame, gli associati della Coldiretti si domandano se le istituzioni locali abbiano fatto il possibile per evitare questa nuova catastrofe. Se le modalità di salvaguardia del territorio siano sufficienti per affrontare la frequenza di queste calamità naturali.

Un tema sul quale interviene il direttore della Coldiretti Sassari e Gallura, Francesco Ciarrocchi: «Nel corso degli ultimi anni la politica ha scelto di espropriare la funzione di controllo e difesa del territorio ai Consorzi di Bonifica per darla alle Province. È stato scelto di affidarla a un ente che per sua natura non ha alcun contatto diretto con gli imprenditori agricoli e con chi presidia il territorio. Il risultato – continua il direttore della Coldiretti Sassari e Gallura, Francesco Ciarrocchi – è stato quello di creare nuovi carrozzoni che in più occasioni hanno dimostrato di non essere capaci di gestire le situazioni di rischio. Adesso è arrivato il momento di rivedere tutto il sistema di gestione delle risorse idriche per non subire passivamente queste calamità. La politica deve trovare nuove risorse per offrire agli imprenditori agricoli più certezze perché nessuno in Gallura è disposto a rimanere inerte di fronte alla prossima alluvione”.

3 Ottobre 2015