La Costituzione repubblicana, i problemi del passato e le sfide del presente

L'opinione di Vittorio Guillot

Questo é il titolo della eccellente conferenza tenuta dal costituzionalista Omar Chessa presso l’Università Delle Tre Età . Ho apprezzato quanto il professore ha esposto, anche se su qualche punto non mi ha pienamente convinto. Ad esempio , non sono d’accordo che Togliatti abbia collaborato alla scrittura della Costituzione democratica per una sorta di ‘conversione’ dal comunismo totalitario alla democrazia ‘occidentale’. Togliatti, infatti, non solo fu stalinista fino alla morte di Stalin ma fu un suo fidatissimo agente tanto che costui lo nominò segretario generale del Comintern .D’altronde è anche impensabile che nel ‘44 Togliatti sia rientrato in Italia dall’esilio russo e che abbia partecipato ai vari governi senza il consenso del dittatore comunista. Il fatto è che gli alleati ed i sovietici avevano diviso l’Europa in diverse zone di influenza e che l’Italia ricadeva in quella egemonizzata dagli U.S.A.. Va tenuto presente che il colpo di mano dei comunisti greci in quegli anni per far passare la Grecia sotto il loro controllo fu stroncato dagli occidentali senza che la Unione Sovietica potesse intervenire in loro aiuto. Per non fare una analoga fine, a Togliatti ed a Stalin non restava che cercare di condizionare la politica italiana con l’inserimento dei comunisti nelle istituzioni , a cominciare dalla la Assemblea.

Nel dialogo col professore ho inoltre sostenuto che da noi vige senz’altro un sistema democratico ma che la nostra democrazia è pesantemente azzoppata. Ciò perché sovranità, di fatto, non appartiene al popolo ma a chi domina i partiti politici. Sono loro, infatti,che, secondo i propri esclusivi criteri, selezionano chi includere nelle liste elettorali.I cittadini si trovano, così, il pacco già bello e confezionato ed a loro non resta che decidere quanti candidati di ogni organizzazione politica possano essere eletti. Ciò mi sta bene perché i partiti sono, giustamente, delle libere associazioni. Non mi sta bene, invece, che tutto il potere politico resti in mano agli oligarchi che li controllano. Così la democrazia viene azzoppata tanto più che le persone selezionate dai partiti , anche se elette dal popolo, concedendo o togliendo la fiducia al governo, spesse volte lo ricattano e , comunque , ne condizionano l’esistenza . Almeno questo potere ricattatorio, che genera una dannosa precarietà nella guida della nazione, potrebbe essere eliminato con l’elezione diretta, da parte dei cittadini, del capo dello stato o, forse ancora meglio, del capo del governo. Costui dovrebbe scegliere come collaboratori i ministri di sua fiducia. Il potere abnorme di chi domina i partiti mi sembra ancor più pesante per il fatto che attualmente i parlamentari ,espressi da quegli stessi schieramenti , concorrono all’elezione dei membri del Consiglio Superiore della

Magistratura e della Corte Costituzionale . Così il potere giudiziario, anche per i maneggi delle correnti, è fortemente inquinato dalla partitocrazia . Tutto ciò ha sempre favorito i peggiori intrallazzi tra potere politico e lobby capitaliste e finanziarie, come è ampiamente emerso fin dai tempi di tangentopoli . Tutto ciò mi porta a pensare che per avere una democrazia migliore, sarebbe bene che facessero parte del Parlamento non solo i rappresentanti eletti tramite i partiti ma anche quelli espressi dalle categorie sociali, di cui fa parte chiunque é , é stato o vuole essere un lavoratore. Le assemblee di base di tali categorie dovrebbero persino indicare chi includere nelle liste elettorali ed una buona Costituzione dovrebbe prevedere dei meccanismi che consentano l’aggiornamento dell’elenco delle categorie sociali . Occorrerebbe, cioè, includervi quelle che sorgono per le nuove tipologie lavorative ed eliminare quelle superate dai tempi. Se a ciò si aggiungesse la partecipazione dei lavoratori alla gestione ed agli utili delle imprese di dimensioni superiori a quelle artigianali, sarebbe più facile spezzare i legami tra il potere politico e quello capitalista. Insomma , sarebbe possibile realizzare una migliore democrazia sociale, maggiormente in armonia con lo spirito dell’ epoca moderna . Questo, almeno, è il mio punto di vista.

Vittorio Guillot, 18 Febbraio 2024