Insularità, Salaris: “Riconoscimento storico. Il Governo ammette in automatico lo svantaggio”
Il consigliere regionale dei Riformatori Sardi: "L'accordo sulle entrate vale 100 milioni l'anno e segna la svolta: un diritto costituzionale, non più una concessione".
“L’accordo sulla vertenza entrate di queste ultime ore segna un passaggio storico. Per la prima volta il Governo ha considerato in automatico il calcolo aggiuntivo legato allo svantaggio dell’insularità, riconoscendo le risorse ulteriori alla Sardegna proprio in forza della norma costituzionale che, come Riformatori, abbiamo fortemente voluto e difeso. Per anni abbiamo sostenuto che l’insularità non fosse uno slogan, ma una battaglia di dignità, di giustizia e di parità verso il resto del Paese. Oggi quel principio — che molti consideravano astratto — produce risorse vere: 100 milioni di euro all’anno nel 2026 e nel 2027 come compensazione degli extracosti strutturali. È un precedente fondamentale. Da qui in avanti questo criterio dovrà essere applicato sempre, in ogni vertenza, in ogni trattativa, in ogni rapporto tra Regione e Governo”. Così il segretario e consigliere regionale dei Riformatori Aldo Salaris.
“Non è una concessione: è un diritto costituzionalmente riconosciuto. Questo è solo l’inizio. Il riconoscimento dell’insularità deve ora diventare il principio cardine in tutti i rapporti tra Regione e Governo, non più una concessione, ma un diritto, scolpito nella Costituzione, da applicare in ogni singola interlocuzione istituzionale. Come segretario regionale dei Riformatori ritengo questa la battaglia più importante degli ultimi cinquant’anni. Una conquista storica che deve aprire una nuova fase per la Sardegna, capace di ripensare il suo futuro, colmare divari e recuperare competitività”.
“L’insularità riconosciuta dal Governo cambia la prospettiva della programmazione regionale, restituisce dignità economica e sociale ai sardi e inserisce la Sardegna in una nuova dimensione nel Mediterraneo e in Europa. Ma soprattutto non è più una condizione da subire, bensì un parametro riconosciuto e valorizzato” – conclude Salaris.

















