Il vescovo Morfino apre la Porta santa nel carcere di Alghero

Il 25 Dicembre, in occasione del Santo Natale, il vescovo della Diocesi di Alghero Bosa aprirà la quarta Porta santa Giubilare presso la Cappella della Casa di reclusione G. Tommasiello

Dopo l’apertura della Porta Santa giubilare nella Cattedrale di Alghero (13 Dicembre) e lo stesso giorno nella Concattedrale di Bosa, alle ore 16.30, e quella del Santuario di San Costantino in Sedilo il 20 Dicembre alle ore 16.00, il vescovo della Diocesi di Alghero Bosa mons. Mauro Maria Morfino, il 25 Dicembre alle ore 8.30 in occasione del Santo Natale aprirà la quarta Porta santa Giubilare presso la Cappella della Casa di reclusione G. Tommasiello in Alghero.

«Questo è il tempo della misericordia, – si legge in una nota della Diocesi Alghero-Bosa – è il tempo di lasciarci toccare il cuore e, qualunque sia il dramma che i detenuti hanno vissuto o hanno provocato, non devono dubitare dell’amore di Dio che li raggiunge in qualsiasi realtà e situazione si trovano per offrire loro il suo perdono. Il perdono ci fa uscire dal deserto della nostra vita. Per iniziare un vero cambiamento è opportuno abbandonare i sentimenti di rancore, vendetta e violenza. La corruzione impedisce di guardare al futuro perché con la sua prepotenza schiaccia i più poveri. È una forma di potenza, sostenuta dal sospetto e dall’intrigo che si nutre già nei gesti quotidiani se non la si combatte apertamente, a partire da ciascuno di noi, presto o tardi rende complici e distrugge l’esistenza».

È il tempo del perdono quindi, per fare in modo che la misericordia tocchi la vita di tutte le persone recluse ed è in questa direzione che il vescovo mons. Morfino vuole andare: prendere per mano tutti i detenuti e le detenute e accompagnarli all’incontro con il Cristo misericordioso.

Papa Francesco sottolinea – in una lettera del 1 settembre 2015 a mons. Fisichella – che il suo «…pensiero va anche ai carcerati, che sperimentano la limitazione della loro libertà. Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto. A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono. Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà».

Sono parole straordinariamente affascinanti, che gettano una luce pura e definita in una situazione, quella delle carceri sia italiane che estere, dove purtroppo spesso e volentieri la violenza e la sopraffazione diventano l’unico punto di riferimento.

22 Dicembre 2015