I Draghi, il Cavaliere, la Donzella e…. i Lesti Fanti
L'opinione di Vittorio Guillot

‘C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi di antico ’. Così recitava una poesia che imparai quando ancora le poesie venivano studiate a memoria. Perché ricordo quei versi? Perché li trovo molto attuali, se riferiti al governo Draghi. Cosa c’è di nuovo? Certamente che un personaggio di altissimo livello culturale e professionale è alla guida del governo. Non conosco adeguatamente i progetti che Draghi ha per affrontare i problemi nazionali ma mi piace la sua affermazione che vi sia un debito utile, quello che si attua per avviare investimenti produttivi, ed un debito inutile, quello che, invece, si pratica per finanziare il clientelismo e l’assistenzialismo ingiustificato e parassitario. E mi piace che voglia agire conseguentemente a questa affermazione. Per tale via, infatti, si può sperare in una ripresa economica che, anche se in tempi molto lunghi, può favorire una sensibile riduzione del debito pubblico. Speriamo che tutto vada per il meglio, dato che c’è in ballo il futuro della nazione e delle giovani generazioni.
Mi piace anche che altri personaggi di grande spessore siano chiamati a dirigere alcuni ministeri fondamentali e che siano fortunatamente scomparsi dalla scena gli ineffabili Toninelli, Azzolina, Bonafede. Purtroppo, invece, è rimasto al suo posto il tutt’altro che eccellente Di Maio. Forse è questo il pedaggio che Draghi ha dovuto pagare a Grillo? Cosa, invece, è rimasto di antico? Tutto il resto. E non è poco. Purtroppo. Infatti sono rimasti tutti gli elementi di divisione che hanno contrapposto i partiti politici che oggi fanno parte della nuova maggioranza. I grillini continuano a rivendicare come una grande conquista il Reddito di Cittadinanza, che i berlusconiani vorrebbero eliminare; i leghisti insistono nel chiedere il blocco delle immigrazioni clandestine, ponendosi, così, in collisione con Leu; Renzi vuole il MES, ma leghisti e grillini vi si oppongono; l’M5S insiste per l’abolizione della prescrizione dopo le sentenze penali di primo grado ma FI, invece, è di parere contrario … Gli elementi di contrasto, in altre parole, sono tanti che non riesco a scorgere quella sostanzialmente visione unitaria del futuro che dovrebbe caratterizzare una maggioranza di governo. Si dirà che il momento è gravissimo, anzi drammatico, e che, quindi, per il bene dell’Italia è necessaria questa unità nazionale. In teoria sono d’accordo.
Il fatto è, però, che ogni partito ritiene che il bene del nostro popolo consista nella ricetta che lui propone ma che è conflittuale con quelle che hanno costituito i cavalli di battaglia degli altri membri della ‘santa alleanza’. Capisco che, in altri momenti, ogni partito abbia cercato di intercettare i malumori più o meno transitori di certe fette dell’elettorato solo per guadagnare popolarità, salvo rimangiarsi subito dopo le promesse fatte. Penso, in particolare, alla Lega, che si agitava fortemente contro l’Euro, contro l’EU e contro gli sbarchi dei migranti incontrollati, che, aimè! continuano senza più suscitare il clamore dei leghisti del ‘ bel tempo passato’. Penso al M5S, che urlava i suoi ‘vaffa’ contro tutti e contro tutto, salvo, poi, diventare afono una volta sedutosi sulle vellutate poltrone. Penso anche al PD ed a L.e.U, che sparavano palle incatenate contro il pregiudicato Cavalier Berlusconi ed ora convivono felicemente con gli eredi del berlusconismo, che, a loro volta, tuonavano i loro antemi contro i pericolosissimi comunisti, loro attuali conviventi.
Che, piaccia o no, l’unica rimasta coerente con se stessa è una piccola donzella: la Meloni. Vedo, infatti, che, una volta entrati nell’area governativa, tutti gli altri hanno abbandonato i toni oltranzisti e sembrano vivere una dolce luna di miele a cinque piazze anche se il seme della contrapposizione senza quartiere che hanno seminato ha germogliato presso gli elettori. Così per molti cittadini è impossibile inghiottire il rospo di vedere annacquate o, addirittura, estirpate le promesse con cui i politicanti li avevano illusi. Con questi cittadini quei politicanti, malgrado il loro camaleontico trasformismo, devono pur fare i conti e, quindi, se non vogliono perderne l’appoggio, dovranno soddisfarne le aspirazioni e gli umori. Ciò, secondo me, sarà all’origine di molti conflitti che si scateneranno all’interno della maggioranza e indeboliranno il neonato governo. Peraltro quei conflitti sono già manifesti all’interno di vari partiti. Per evitare che il governo, qualsiasi governo, sia costantemente in pugno ad uno sparutissimo gruppetto di intriganti ma possa svolgere una politica di largo respiro, occorrerebbe cambiare il nostro sistema politico. Occorre, cioè, che si instauri una repubblica presidenziale, o semi presidenziale o, magari, un cancellierato, in cui il presidente sia eletto dal popolo e non dipenda dai capricci di un qualsiasi quaquaraquà.
Certo, sarebbe pure necessario riformare il sistema giudiziario in modo da eliminare le scandalose interferenze tra magistratura e politica. Occorrerebbe anche modificare il sistema parlamentare così che le categorie sociali possano direttamente partecipare alle decisioni che riguardano la vita economica, di cui sono protagoniste e vittime. Purtroppo solo una maggioranza fortemente coesa, in un clima di fattivo confronto con l’opposizione, potrebbe risolvere questi enormi problemi. Quanto a Draghi, che non è un taumaturgo, sarebbe già abbastanza se potesse programmare il Recovery Fund, attuare ‘prima di subito’ il piano delle vaccinazioni e ritoccare il processo civile senza essere affondato da qualche corpuscolo politico. A proposito di corpuscoli, noto che l’unica formazione che, finora, non mostra evidenti frammentazioni è Italia Viva. Speriamo che, almeno lei continui così. Infatti è scientificamente provato che la scissione dell’atomo avrebbe effetti devastanti.