I culti e le divinità della Sardegna antica ancora oggi troppo poco conosciuti

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La ricca storia della Sardegna è disseminata di divinità e tradizioni religiose uniche. L’evoluzione dei riti e degli dei del pantheon sardo aiutano a ricostruire il passato della regione e gli incontri tra i suoi abitanti e altre popolazioni del Mediterraneo. Partendo dalle civiltà prenuragiche, è possibile osservare una vera e propria evoluzione nei culti sardi e un sincretismo con le divinità arrivate da fuori e le loro eredità è arrivata fino a noi oggi.

Perché si parla poco delle religioni sarde?

Quando parliamo di religioni antiche e precristiane, raramente ci viene in mente quella sarda. Grazie agli insegnamenti scolastici e ai media pensiamo infatti prima di tutto a religioni come quella romana, egizie o greca. Queste sono state infatti raccontate in modo più o meno fedele da tantissimi film come Gods of Egypt, distribuito in Italia da 01 Distribution, libri immortali come l’Odissea, pubblicato ancora oggi da case editrici come Einaudi o serie culto come Xena-Principessa Guerriera trasmesso su Italia 1 dal 1998 al 2002. Le religioni più di nicchia hanno però alcune chance di salire alla ribalta se raccontate da artisti e divulgatori in grado di entusiasmare e interessare il pubblico.

È stato il caso ad esempio della religione norrena, che è diventata velocemente tra le preferite da spettatori, giocatori e lettori grazie a serie tv disponibili su Netflix e Amazon Prime Video come American Gods, in cui incontriamo un Odino nei giorni nostri, slot machine come Thunderstruck di Betway Casinò, il cui protagonista è il dio del tuono Thor accompagnato da Loki e dalle valchirie, o libri come Loki di Mackenzi Lee edito da Mondadori.

Poco si parla invece, e purtroppo, di quei culti e quelle religioni presenti nel nostro Paese in epoca precristiana che non ebbero a che fare con il pantheon romano. Tra questi spiccano sicuramente i culti sardi, caratterizzati da tradizioni, simbologie e divinità unici nel loro genere e legati profondamente con la storia e al territorio in cui si sono sviluppate.

Culti e divinità della Sardegna precristiana

Come molte culture, la Sardegna neolitica e prenuragica era caratterizzata dal culto della dea madre. Questo veniva manifestato tramite la scultura di diverse statuine che rappresentavano donne, come la Venere di Macomer risalente al V-IV secolo a.C., strettamente legate ai culti della fertilità come si evince dalla presenza di diverse statue rappresentanti il parto o l’allattamento. Come raccontato da il sito Il Cerchio della Luna, queste figure subirono nel tempo un’evoluzione fino a diventare più stilizzate e appiattite e in questo caso si pensa che tali statue fossero legate ai riti funerari perché ritrovate spesso presso tombe e sepolture. L’età nuragica vide un’ulteriore evoluzione di queste figure, che diventarono più realistiche e che iniziarono a rappresentare madri con in grembo bambini tanto da venir chiamate pietà nuragiche. Il periodo nuragico portò con sé anche i betili, cioè pietre sacre, spesso in posizione verticale, venerate da sole o in gruppo e su cui venivano raffigurati o incisi simboli e immagini. Lo sviluppo di una religione sempre più complessa portò infine con sé la nascita di vere e proprie divinità, molte delle quali, secondo gli studiosi, nate dall’incontro con altre culture.

Così Sarduds Pater, il dio principale del pantheon sardo, venne nominato per la prima volta da Sallustio nelle Historiae e pare fosse figlio di Eracle. Maimone, divinità legata al culto delle acque, potrebbe invece avere origini fenicie. Secondo altre teorie è invece vero l’opposto: sarebbe stato un dio sardo a ispirare la divinità della pioggia dei fenici con un nome simile. Il culto delle acque, legato anche a Maimone, fu particolarmente presente nella cultura nuragica tanto anche ancora oggi sono visitabili diversi pozzi e fontane sacre come Su Tempiasu a Orione, Su Romanzesu, in provincia di Nuoro o il pozzo sacro di Predio Canopoli presso Perfugas. Non mancò infine l’arrivo di divinità di origine sicuramente straniera come Iside, il cui culto è testimoniato da diverse statuette trovate nella regione o Dioniso, il dio greco dell’ebbrezza e del vino, il cui culto, secondo alcuni, ha influenzato i carnevali sardi.

I culti e le divinità della Sardegna pre-cristiana continuano ad affascinare curiosi e professionisti ma sono poco conosciuti dal pubblico meno informato. Sebbene passati in sordina in confronto a religioni antiche più celebri come quella greca o romana, le tradizioni religiose sarde offrono siti archeologici, opere d’arte, tradizioni e leggende uniche di cui a volte si può fare esperienza ancora oggi.

16 Novembre 2020