I 10 tipi di coinquilini

1. Il Fattone – È in ogni casa studentesca. Filtrini, tabacco e cartine sono le tracce inequivocabili della sua presenza. Mangia poco, e quando gli pare. Si addormenta di mattina, si sveglia di pomeriggio. Lo contraddistingue un culto maniacale per la ganja, compagna di vita, la chiave che risolve tutti i problemi. La ganja lo ispira, gli dà un che di poetico. Non è stupido, la sua intelligenza lo porta ad escogitare teorie peculiari e spesso un po’ goffe che riguardano la vita, l’universo, la politica. È fuoricorso da una vita e crede che il suo intuito basti per valicare ogni ostacolo, ma non è mai stato così. Studia raramente, solo quando non ha niente di meglio da fare. O ha finito la ganja, cioè mai.

2. La Mammina – Il carisma e il perfezionismo sono le qualità che spiccano in lui. Vuole che casa sua sia perfetta e vuole che tutti i suoi coinquilini si sbattino perché lo sia. Sgrida tutti, ogni minima imperfezione è una tragedia: il latte sui fornelli lo inalbera, le tracce di sugo sul tavolo lo disgustano. Spesso conosciuto anche come rompicoglioni, la mammina è però spesso l’elemento che impedisce alla nave di affondare.

3. La Matricola – È innocente, verginello dell’ordine e della pulizia. Non lava i piatti o li lava male ed ha pronta la scusa “ma io non so farlo”, giustificando ogni suo errore o mancanza con la sua inesperienza. Non tira l’acqua dello scarico, lascia luci accese e non sa come far partire la lavatrice. Vero, ha la testa tra le nuvole ma quando si tratta di badare agli affari suoi è un serbatoio di precisione e maestria: camera sua è la più ordinata e tutto ciò che usa lo dosa maniacalmente, presta l’olio e il sale ma a malincuore. È irritante, soprattutto agli inizi ma fondamentalmente è buono ed ha voglia di migliorare: lo farà solo grazie alla mammina.

4. L’Erasmus – La festa è la sua unica ragione di vita. La sua esperienza in Italia si consuma tra discoteche, drink omaggio e pile di piatti da lavare. Inizialmente, tra i suoi coinquilini, è un idolo: la sua simpatia contagia tutti, ma col tempo diviene più una croce che una delizia. Sa che dovrà lasciare presto l’appartamento e perciò non mostra che un distratto interesse alle faccende di casa ed anzi, spesso si adopera personalmente ad aumentare il coefficiente di tana e sporcizia organizzando improbabili festicciole con i suoi simili.

5. L’Asociale – Si fa vedere poco, interagisce solo a gennaio per dare gli auguri di Natale. È una presenza sfuggevole, un fantasma, quasi una leggenda. Ogni volta che c’è un’occasione per stare insieme lascia anzi tempo gli spazi comuni e si rinchiude in camera. Per fare cosa? L’asociale non lo svela mai celandosi dietro scuse banali come “ho mal di testa” o “sono stanco”. Ma in realtà non si addormenta mai prima delle 2. Può essere un secchione o molto più spesso il classico studente che “si applica ma non raggiunge i risultati desiderati”.

6. Il Giullare – Ha una battuta pronta per tutto, ridere dei guai è il mantra della sua vita. Dispensa buonumore e ilarità ed ha sempre voglia di stare in giro e fare festa. È il primo a chiamare a raccolta i suoi coinquilini per pranzare o cenare assieme: vuole divertirsi e divertire, ma soprattutto ama avere i riflettori puntati addosso. Dopo aver mangiato, il giullare mostra tutti i suoi difetti. Non ha cucinato e non ha lavato i piatti perché poi è uscito, la mattina dopo è stanco e i piatti sono ancora lì, sporchi ed ammassati sul lavandino. Acerrimo nemico della mammina, a cui riserva spesso espressioni simili a “e dai, stai sciallo”, è una versione mitigata ma più longeva dell’erasmus.

7. Il Nerd – È sempre in camera sua, col suo pc, il suo hard-disk con la saga di Star Wars in HD e tutte le puntate di Game of Thrones, le sue cuffie e una serie di altri aggeggi che lo accompagnano nel suo continuo pellegrinaggio tra social network e giochi online. Non si distacca dal suo computer dal 2004, piange solo quando il suo compagno di avventure ha problemi e necessita di assistenza. Esce poco, parla solo via skype. Non è un cattivo coinquilino, non ha tempo né voglia di strafare ma si limita a fare il necessario a casa. Ha gli occhiali, la barbetta e nient’altro che qualche mutanda e paio di calzini nel suo armadio oltre a tre magliette e ad un paio di jeans che veste 12 mesi all’anno. È una delle varietà più frequenti dell’asociale.

8. Il figlio di Papà – È ricco, ama vestirsi bene e mangiare bene. Porta i mocassini anche sotto il pigiama, mette giacca e camicia anche per andare a far spesa. Non ha il detersivo per la lavatrice né quello per lavare i piatti, ma ha un arsenale di cosmetici per pelle e capelli. È un fiero testimonial della Apple, possiede ogni dispositivo che inizi con la “i” oltre all’immancabile MacBook. Ama prestare ed offrire tutto ai suoi meno fortunati coinquilini, è gentile e generoso ma visibilmente egocentrico. Uno dei suoi sport preferiti è delegare, lo fa continuamente. Non mette bocca sulle questioni di casa, “Fate come volete” risponde ai quesiti anche più spinosi che la convivenza impone di risolvere. È disposto a pagare (e a volte lo fa!) pur di saltare il suo turno di pulizia del bagno o di non lavare i suoi piatti.

9. L’amicone – Simpatia media, intelligenza media. L’amicone potrebbe essere chiunque: lo si riconosce dalle grasse risate con cui reagisce ad ogni tipo di battuta, anche a quelle più squallide. La sua innata qualità di soddisfare il suo interlocutore lo rende uno degli elementi preferiti dai suoi coinquilini e gli concede non pochi benefici. Può decidere di non lavare i piatti o di lasciare la luce accesa in bagno senza ricevere la benché minima paternale. Spesso è l’ultimo a finanziare con la sua quota la cassa comune, a volte i soldi non li dà nemmeno perché ce li ha contati o perché sono finiti. O almeno così dice. Anche la mammina lo stima e lo bacchetta solo di rado. Alcuni studiosi affermano che dietro l’amicone si celi in realtà un astuto tramatore i cui unici obiettivi sono risparmiare e lavorare il meno possibile.

10. L’alternativo – Pensate ad un negozio nostalgia, di quelli che vendono vecchi giradischi, dischi in vinile e altre vecchie cianfrusaglie. Bene, adesso pensate a delle bancarelle etniche, da quelle che vendono gioielli africani a quelle che invece propongono gadget buddhisti. Ecco, immaginate tutto questo in uno spazio di 10 metri quadrati, arredato con la trasandatezza tipica dello studente in crisi: questa è la camera dell’alternativo. Impugna una reflex e sfoggia i quadri di Dalì sulle pareti insieme a qualche foto a caso di McCurry e vecchi poster della Coca Cola. In casa è un tipo regolare, fondamentalmente apre bocca solo per proporre l’acquisto di aggeggi inutili sebbene pittoreschi come sturalavandini elettrici o il coltello-chiave. È il miglior amico dell’erasmus e fa spesso da intermediario tra lui e la mammina.

Tratto da www.fanpage.it ©

11 Ottobre 2013