Fondare una start up o aprire una pizzeria? Ecco perché Briatore si sbaglia

Ieri Flavio Briatore ha tenuto una “lezione” alla Bocconi a Milano. Briatore è uno degli imprenditori italiani più conosciuti e celebri a livello nazionale. Un personaggio mediatico, la cui immagine è uscita rafforzata dal reality di cui ultimamente è stato protagonista, The Apprentice.

Ora, se Briatore sia uno in grado/meritevole di tenere una lezione alla Bocconi, lo lascio dire a voi. Mi fermo però su alcune delle parole che ha pronunciato in relazione al futuro dei giovani italiani.

“Giovani, il mio consiglio? Non aprite startup, è come una maratona: partono in tanti e ne arrivano tre o quattro. Aprite delle pizzerie. Nei miei locali i camerieri riescono a guadagnare 5mila euro esentasse al mese solo di mance. Perché lavorare per 1.400 euro è inutile”.

Il Flavio nazionale ha detto la sua, ricevendo tra l’altro diversi applausi. Dagli applausi si è passati anche a qualche risata quando ha aggiunto “Se vi va male la start up non vi resta nulla, se invece vi va male la pizzeria, almeno vi mangiate una pizza”.

Ora, io credo che non ci sia nulla da ridere. Non ho nulla contro le pizzerie, anzi: ben vengano quelle nuove e spero riescano tutte a sostenersi, trovare nuovi mercati e fornire un servizio di qualità. E non ho nulla nemmeno contro chi vuolea fare il cameriere.

Ma da qui a dire che i giovani devono preferire una pizzeria o un lavoro da cameriere all’aprire una start up, ce ne passa. Parlo dei giovani che hanno un’idea, dei giovani che vogliono avviare un’impresa. Sarebbe sbagliato anche il ragionamento opposto, cioè sostenere che tutti dobbiamo aprire una start up!

Però, oggi viviamo un momento di cambiamento epocale. Arrivano ogni giorno tecnologie e strumenti che danno vita a nuovi usi e comportamenti. La nostra società si rivoluziona anno dopo anno. Davanti a uno scenario del genere, le persone che lo desiderano devono essere invogliate a cavalcare il cambiamento.

Le start up sono uno strumento nato per questo: individuano nuove nicchie, stimolano dei bisogni, soddisfano nuove esperienze. Tutto questo non è fuffa. Suggerire ai giovani di preferire la pizzeria ai propri sogni è diabolico e rappresenta una mentalità datata e ormai vecchia, da imprenditore spicciolo che preferisce usare una formula tradizionale invece che cercare di cavalcare i tempi che corrono.

Caro Briatore, dici che solo poche start up arrivano a termine. Ti svelo un segreto: capita la stessa cosa anche per le pizzerie. E se gli affari vanno male, non puoi “mangiarci sopra” perché non hai più neanche la legna per accendere il forno. Capita ovunque, l’ho visto succedere spesso anche nella mia piccola città (Alghero).

Quello delle start up è un tema complesso. Non tutte le idee sono in grado di trasformarsi in imprese: alcune non sono sostenibili economicamente, altre non trovano un vero mercato di riferimento o sono troppo eccentriche.

Ma per i giovani che vogliono portare avanti una propria idea innovativa questo è il momento migliore. Non serve soffocare gli entusiasmi e strozzare le idee: è il momento di istruire tutti su come riuscire a trasformare un’idea in un’impresa capace di sostenersi, come gestirla, come trovare nuovi mercati.

Caro Flavio, dalle mie parti direbbero che “Hai sbarellato”.

Ecco, i giovani italiani non hanno bisogno di un “opinion leader” che inviti tutti a diventare pizzaioli, ma di qualcuno che sappia accendere gli animi e aiuti chi ha qualcosa di originale in mente e vuole costruire una solida realtà puntando sull’innovazione e sul cambiamento.

Magari pensaci anche tu. E dai uno sguardo a questa serie tv, così magari approfondisci il tema (e ti fai una risata).

PS: le parole di Briatore sono state seguite da diverse repliche, tutte più intelligenti dell’originale. Eccone due: la prima su Wired.it, la seconda su EconomyUp.

PPS: l’intervento di Briatore ha visto anche dei passaggi interessanti, riportati in questo articolo.

Claudio Simbula, giornalista pubblicista e blogger.
Scrive di cultura, innovazione, presente e futuro.
www.iosperiamoche.it

9 Maggio 2014