Echinococcosi cistica, al via piano di controllo

Con la presentazione oggi a Cagliari ai rappresentanti del ministero della Salute, dell’Istituto superiore di sanità e dell’Organizzazione mondiale della sanità ha preso il via la fase sperimentale del Piano di controllo della echinococcosi cistica in Sardegna, attuato dall’assessorato regionale della Sanità, dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, dal Centro Nazionale di referenza per l’echinococcosi dello stesso istituto e dalle Asl. L’assessore Simona De Francisci e il direttore dell’Izs Antonello Usai hanno illustrato il programma che intende contrastare una patologia ancora endemica nell’Isola e che provoca gravi conseguenze sia nell’uomo sia nel patrimonio zootecnico isolano.

Il Piano, approvato dalla Giunta regionale nella seduta del 21 dicembre scorso, punta su un approccio innovativo per eradicare la malattia mediante l’uso sperimentale di un vaccino sugli ovini.

“Intendiamo rafforzare tutte quelle azioni che possano, una volta per tutte, debellare una malattia che dopo tanti anni ancora resiste sul nostro territorio. Da qui l’urgenza e la sinergia con ministero, Iss e Oms che hanno un ruolo importante nell’attuazione del piano di controllo”, ha sottolineato l’assessore De Francisci. “Il piano – ha aggiunto il direttore generale dell’Izs, Antonello Usai – è un mosaico che alle tessere della lotta al randagismo, dell’anagrafe canina, della formazione sanitaria e del contrasto alla macellazione clandestina unisce un vaccino innovativo in grado di interrompere il ciclo riproduttivo dell’echinococco. Dopo la sperimentazione contiamo di vaccinare tutto il patrimonio ovino sardo entro i prossimi anni”.

Soddisfazione per l’avvio del piano è stata espressa da ministero della salute, Organizzazione mondiale della sanità e Istituto superiore di sanità, che hanno messo in luce la bontà delle azioni contenute e del vaccino. La sperimentazione potrà essere utile per altri Paesi nei quali la malattia è presente.

I primi a partire con la sperimentazione vaccinale saranno i territori di competenza delle Asl di Nuoro, Olbia e Sassari che ospitano il 17% del patrimonio ovino sardo e, per caratteristiche epidemiologiche, geografiche e demografiche sono da considerarsi «ad alto rischio e di rilevante interesse sanitario». In tutto 32 comuni, tra i quali Bitti, Orune, Benetutti e Alà dei Sardi, quelli con la più alta prevalenza della malattia.

Il vaccino, già sperimentato con successo in Australia, sarà consegnato gratis per un periodo di due anni allo Zooprofilattico, che poi svilupperà e produrrà il preparato nei suoi laboratori. I risultati ottenuti serviranno per estendere gli interventi su tutto il territorio regionale.

In Sardegna l’echinococcosi cistica, nonostante le numerose campagne di controllo attuate negli ultimi 50 anni, è ancora endemica, con un notevole impatto sanitario, sociale ed economico. Dal 2001 al 2010 sono stati registrati 1502 ricoveri con un tasso medio annuo di 6,5 pazienti ogni 100.000 abitanti, a fronte di una media nazionale di 2,4 casi per 100.000 abitanti (dati ministero della Salute 2001-2005). I picchi più alti sono stati registrati nella Provincia di Nuoro, dove il tasso medio annuo è di 12,2 pazienti/100.000 abitanti.

Il costo diretto medio per un caso di echinococcosi cistica in Sardegna è stato valutato in circa 6 mila euro per una spesa di 7 milioni di euro negli ultimi dieci anni. A questo vanno aggiunte le perdite economiche per il settore zootecnico, che a causa della patologia registra un calo di produzione del latte del 5%.

Il Piano nei primi due anni (fase sperimentale) potrà contare su circa 800mila euro totali, di cui la metà messi a disposizione dalla Regione, il resto da ministero della Salute e Organizzazione mondiale della sanità.

La malattia. L’echinococcosi cistica è una patologia causata dalla forma larvale dell’Echinococcus granulosus, un piccolo verme parassita che può colpire l’uomo con danni, talvolta anche letali, a carico del fegato, del polmone e della milza. Gli esseri umani e le pecore rappresentano gli ospiti intermedi o accidentali del parassita e contraggono l’E.C con l’ingestione delle microscopiche uova dell’echinococco liberate nell’ambiente con le feci del cane (ospite definitivo). È sufficiente mangiare verdure crude mal lavate o mettersi le mani sporche di terra in bocca per contrarre la patologia, un rischio che si corre anche stando a stretto contatto con i cani infestati dal verme.

In Sardegna la malattia dilaga per effetto del forte binomio pecora-cane che esiste nelle campagne, perché la pecora che bruca l’erba infestata dalle feci si ammala e quando muore diventa spesso cibo per cani che perpetuano il ciclo dell’Echinococco.

1 Febbraio 2013