“Contraddizioni e balle della politica italica”

L'opinione di Vittorio Guillot

E’ un dato di fatto che Renzi, con un gruppo di ministri e sottosegretari legati a lui e con un partitino tutto suo, possa costantemente tenere sotto controllo il governo, minacciandolo di toglierli
la maggioranza. Poiché non ha costituito il nuovo “schieramento politico” per divergenze programmatiche, tant’è che sostiene il governo, può averlo costituito solo in ragione del suo personale potere. Vi rendete conto che, così, anziché rottamarlo, ha applicato pari pari il metodo partitocratico della così detta ’prima repubblica’? E Di Maio? Il famoso Di Maio, che voleva abbattere il sistema, almeno così diceva, che fa? Sta al governo con Renzi e con gli altri. Ciò succede malgrado che tra il M5S, il PD, i renziani e LEU non ci sia un programma comune di riforma dello stato, indirizzata al superamento della crisi di sistema. Di conseguenza l’intera linea politica è confusa e non è comprensibile cosa si intende fare per uscire da una crisi che non riguarda solo i rapporti tra i partiti e nei partiti ma la sicurezza, l’identità, la posizione dell’Italia in Europa e nel mondo e la stessa vitalità del Paese.

Non c’è neppure, una proposta condivisa sulla riforma della giustizia e della scuola, sullo sviluppo del Sud, sul modo di far crescere le nostre imprese e sviluppare, così, la nostra economia. Ovvio che senza questi provvedimenti non si crea neppure lavoro e il ‘reddito di cittadinanza’ è ridotto ad un sussidio di vecchia memoria. In pratica il M5S puntella quel sistema, che accusava di essere legato agli interessi bancari, e non solo! Altro che aprire il Parlamento come una scatola di tonno! Nella scatola, anche se di ‘Sardine’ e non di tonno, c’è finito lui, il M5S e forse quei pesci non sono conditi con l’olio d’oliva ma con quello di ricino. Infatti solo una buona dose di quel purgante può aver fatto ingoiare ai seguaci del M5S la applicazione della legge che imponeva l’obbligo delle vaccinazioni e che, stando a quanto urlavano a squarciagola, non era stata posta per reali esigenze sanitarie ma per inconfessabili interessi della onorevole Lorenzin…. che ora sta al governo con loro! Non erano, poi, sempre i soliti pentastellati che strillavano che non dovevano esserci trattative segrete per formare un governo, ma che si doveva ricorrere, sempre e costantemente, allo “streaming”?

Che hanno fatto, invece, il buon Di Maio e compari? Sono corsi a Bibbona, nella villa di Grillo, ed hanno confabulato segretamente col padrone di casa e con altri tre o quattro soggetti sulle scelte politiche. Poi hanno trattato col PD la formazione del governo e tutti, ma proprio tutti, hanno tenuto la bocca strettamente cucita sull’andamento delle trattative e sulla spartizione delle poltrone. Oggi confabulano segretamente perfino con l’ambasciatore della Cina. Di cosa? Non è dato sapere. Grillo, che compare e scompare a intermittenza dalla scena politica come il cucù dell’orologio, ci racconta che hanno parlato del pesto alla genovese. Voi ci credete? Io no! Certo c’è da chiedersi: che fine ha fatto lo streaming e la famosa trasparenza? Dimenticati, abrogati! Servivano solo in una epoca lontana, nel 2013, per fare propaganda ad un M5S in cerca di visibilità. A questo punto, mi chiedo, con quale faccia i grillini possano ancora gridare “Onestà” , “Onestà”?

Forse si riferiscono al fatto che i loro politicanti non sono ancora finiti in faccende di tangenti? Bene, ma l’Onestà non è solo quella. Esiste anche l’Onestà intellettuale, che consiste nel rispettare gli impegni con gli elettori. Ma quella Onestà è sparita dai radar. A proposito di trasparenza, sento dire che Di Maio sta facendo la guerra a Renzi, suo ‘alleato’ di governo, per la faccenda della Fondazione Open. Benissimo, anche se ce c’è da chiedersi, sempre per questioni di trasparenza, perché i contributi dei parlamentari pentastellati siano incassati dalla Associazione Rousseau e non al M5S che li ha candidati. E’ importante far chiarezza su questo aspetto perché la Associazione è un soggetto separato dal M5S. Più precisamente è un soggetto che eroga servizi, come la gestione del ‘Blog’ ed i dati degli iscritti. Per questa ragione ha una sua partita I.V.A. ma, leggo, non ha una contabilità separata tra quella riguardante i servizi e le ‘attività culturali’ e, addirittura, non emette fatture ai parlamentari ma semplici ricevute. Credo che sarebbe anche interessante chiarire se i parlamentari M5S trattano quei contributi come ‘spese di mandato’, rimborsabili dallo stato, o se sono tirati fuori dai loro stipendi. Infatti, se quelle somme fossero rimborsabili, di fatto ci sarebbe un illecito finanziamento pubblico del M5S. Purtroppo la storia non finisce qui.

C’è da chiedersi, piuttosto: chi manovra la famosa Piattaforma Rousseau? In proposito leggo, senza che ciò sia smentito dagli interessati, che il capo politico, Di Maio, ed il garante, Grillo, non volevano che si votasse su quella Piattaforma riguardo alla presentazione delle liste del M5S per le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria. Davide Casaleggio, invece, lo voleva e quelle votazioni si sono fatte, sconfiggendo la linea politica di Grillo-Di Maio. Certo, ciò conferma la posizione dominante di Casaleggio nel partito ma mette anche in evidenza che le votazioni sulla Piattaforma avvengono solo e se le vogliono i capi del M5S. A che cosa si sono dunque ridotte la ‘democrazia diretta’, la partecipazione ed il principio ‘Uno vale Uno’? Non solo, una volta tanto trovo interessante quanto dice il senatore ex grillino De Falco: ‘Ora che Grillo ha parlato a Di Maio, abbiamo saputo che un ministro della repubblica italiana ammette di essere incapace di autonoma determinazione e che deve essere seguito e sorretto da vicino ’. Già, il capo politico del M5S, per evitare di fare fesserie, deve essere tenuto sotto stretto controllo del ‘garante’. Purtroppo quel ‘capo politico ’ è stato anche vice premier ed ora è addirittura il responsabile della politica estera della repubblica italiana! Poveri noi!

Vittorio Guillot, 6 Dicembre 2019