Comunità Rom alla Landriga: integrazione riuscita

Riporto la frase sensata di un politico sassarese: Come tutte le comunità (rom o meno che siano) c’è la parte sana e la parte malata. E da questa osservazione partiamo per gaurdare più da vicino un esempio di integrazione di etnia Rom nella periferia di Sassari. Qualche giorno fa si è tenuta una festa di beneficienza per ripristinare la facciata della chiesa della Landriga e cercare di rendere più vivibile e decoroso il quartiere. In questa località, si sono integrati e vivono, tra gli altri residenti, circa duecento persone di etnia Rom. Non possiamo dire con certezza il numero, ma tale ci è stato riferito, senza ufficialità. Ma poco importa il numero esatto. Queste famiglie, alcune godono di incentivi comunali, (probabilmente frutto di indicazioni di fondi europei destinati all’integrazione di comunità disagiate ), un contributo destinato a coprire parte degli affitti che queste famiglie pagano per risidere nel quartiere. Ma non tutti. Anzi, molti si pagano gli affitti con il proprio lavoro. Probabilmente, (e diciamo probabilmente perchè non abbiamo ancora avuto risposta concreta da chi di competenza), queste famiglie su indicazione comunale (almeno supponiamo) hanno occupato legalmente appartamenti di privati pagandone regolarmanete gli affitti. Dunque si potrebbe anche affermare, con le cautele del caso, che anche nella comunità Rom in questione , ci sono i presupposti per parlare seriamente di integrazione. Queste persone, a quanto ci dicono nel quartiere, vivono alla Landriga, vanno al supermercato e al bar,  pagano regolarmente ciò che comprano, si sono adattati al territorio. Poi certo, la cronaca locale è abbastanza chiara; spesso e volentieri, queste persone, sono state protagoniste di episodi illegali come furti di rame i più frequenti, o furtarelli in generale. Ma non si fa di tutta un erba un fascio. La maggior parte dei Rom che risiedono alla Landriga si paga l’affitto, lavora e vive senza creare disturbo. Queste sono poche informazioni che siamo riusciti a carpire. Però, la situazione può essere osservata per comprendere che se di integrazione si parla, nel territorio c’è un esempio che può farci ben sperare sulla reale convivenza che si instaura quando si rispettano le regole.

4 Settembre 2013