Commissione Poli-familiari, la Maggioranza non regge il numero legale: “Lasciato solo Colledanchise”
Il capogruppo FdI Alessandro Cocco accusa la coalizione che governa Alghero: "Assenti in troppi, scarseggia la serietà sui temi centrali."
«Ieri ho scelto di mantenere il numero legale della Commissione per senso di responsabilità verso un tema che non ammette leggerezze: le politiche familiari. La maggioranza, invece, non è riuscita a garantire i numeri necessari ai lavori convocati dal collega Colledanchise». Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandro Cocco.
«La convocazione della Commissione chiamata a illustrare l’accordo tra il Comune di Alghero e la Fondazione Bruno Kessler è stata irrituale e poco chiara. Di questo ritengo responsabile la Presidenza del Consiglio, che ha il dovere di assicurare rigore e chiarezza formale. Tuttavia, verificata la presenza dell’Assessore, del Dirigente e del funzionario verbalizzante – condizioni indispensabili alla validità della seduta – ho scelto di partecipare per principio, rinunciando anche al gettone.»
Cocco sottolinea poi l’aspetto politico della vicenda: «Alcuni capigruppo di maggioranza hanno preferito non partecipare, lasciando il collega Colledanchise completamente solo. Questo apre interrogativi sulla regia della coalizione che governa la città e sulla capacità di affrontare con serietà temi di questa portata.»
Entrando nel merito della seduta – dedicata alle politiche familiari – il capogruppo aggiunge: «Per Fratelli d’Italia la famiglia è un tema centrale: lavoro, casa e sviluppo sono le condizioni fondamentali affinché i giovani possano costruire un futuro. Già con la Giunta Conoci abbiamo sostenuto il percorso che ha fatto di Alghero la città capofila in Sardegna, percorso che oggi sfocia nella partnership con FBK. Ora è indispensabile che la Regione acceleri e si doti finalmente di una legge organica sulle politiche familiari.»
«Mi preoccupa – conclude Cocco – vedere con quanta leggerezza qualcuno rischi di sminuire il lavoro delle istituzioni. È un errore grave. Ogni eletto è chiamato a svolgere il proprio ruolo con responsabilità: partecipare, studiare gli atti, avanzare proposte. Solo così si onora il mandato ricevuto.»


















